Giovani cyber-dipendenti tutto Web e Facebook

I ragazzi italiani sono cyber-dipendenti: stanno troppe ore su Internet, tra Web e Facebook, e parlano poco con i genitori.
I ragazzi italiani sono cyber-dipendenti: stanno troppe ore su Internet, tra Web e Facebook, e parlano poco con i genitori.

Quasi un ragazzo italiano su due è cyber-dipendente. Il Web è la nuova droga di oggi, alla portata di tutti: navigare non costa nulla – oltre l’abbonamento alla banda larga, Internet offre enormi possibilità e si rimane intrappolati tra una pagina e un’altra o sul profilo di Facebook e degli altri social network.

È quanto rivela la nuova indagine realizzata da Telefono Azzurro-Eurispes, tramite la quale si rileva come sia finita ormai l’era delle lunghe conversazioni al telefono e sia iniziata quella del Web, degli SMS e della posta elettronica: quasi un giovane italiano su due controlla compulsivamente l’email, aggiornamenti sui social network, manda più di 10 SMS al giorno e si collega a Internet non solo da PC ma anche da smartphone, una tendenza cresciuta del 36% rispetto al 2010 e che riguarda adesso ben il 59,2% dei giovani.

Il telefono cellulare e Internet sono oggi elementi integranti della vita dei giovani italiani: li utilizzano per informarsi, per comunicare – soprattutto tramite Facebook che viene utilizzato praticamente da tutti e ogni giorno vi si accede almeno una volta – e solo un ragazzo su dieci usa i genitori come fonte di informazione. Ne consegue un continuo distanziamento tra il mondo dei genitori e dei propri figli, nota preoccupante come indicato da Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes.

Sessualità, droga e Internet restano ai margini del dialogo con i genitori e ben sei ragazzi su dieci preferiscono non affrontare argomenti del genere con madre e padre: in famiglia si parla perlopiù di scuola, sport, salute e tempo libero. A proposito di tempo libero, mamme e papà nutrono però nei confronti di Internet una fiducia disarmante e un’enorme sottovalutazione dei rischi: quasi il 90% esclude che i propri figli possano spogliarsi e inserire online fotografie e video, mentre quasi il 7% dei ragazzi invece ha dichiarato di esser finito nel girone del sexting, ovvero l’invio sul Web di materiale a sfondo sessuale, il 10% ha spiegato di averlo ricevuto e l’8% ha effettuato chiamate destinate a linee per soli adulti.

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