Gmail, tutta colpa di un data center europeo

Una serie di errori a cascata nei data center di Gmail in Europa ha causato i numerosi disservizi di ieri del famoso servizio di posta elettronica. Gli abbonati alla versione a pagamento riceveranno un'estensione di 15 giorni del loro account
Una serie di errori a cascata nei data center di Gmail in Europa ha causato i numerosi disservizi di ieri del famoso servizio di posta elettronica. Gli abbonati alla versione a pagamento riceveranno un'estensione di 15 giorni del loro account

Due ore e mezza di coma profondo per il servizio di posta elettronica Gmail hanno messo a dura prova Google e la pazienza dei suoi utenti, specialmente in Europa dove il disservizio si è verificato nelle ore centrali della giornata. Il malfunzionamento ha reso impossibile la ricezione e l’invio delle email principalmente dalla versione Web di Gmail, impedendo a diversi milioni di utenti di gestire normalmente la loro corrispondenza. Un disservizio su larga scala, causato da alcuni bug a cascata verificatisi durante l’aggiornamento di un data center in Europa.

La spiegazione giunge direttamente dal blog ufficiale di Gmail dove, oltre a presentare le scuse agli utenti, i responsabili di Google hanno esposto una breve relazione su quanto accaduto ieri: «Molte persone ci hanno chiesto che cosa sia successo, quindi abbiamo pensato di darvi qualche spiegazione. Questa mattina [martedì, ndr] era prevista una manutenzione di routine in uno dei nostri data center in Europa. Generalmente ciò non causa alcun disservizio poiché gli account vengono semplicemente gestiti da un altro data center. Alcuni effetti inaspettati legati a nuove porzioni di codice concepito per mantenere i dati geograficamente vicini al loro possessore hanno causato il sovraccarico di un altro data center in Europa, e ciò ha causato a sua volta alcuni problemi a cascata tra un data center e un altro. Ci è voluta quasi un’ora per riportare tutto sotto controllo».

Stando a quanto dichiarato dai responsabili di Gmail il disservizio sarebbe dunque originato nella stessa Europa, area geografica che fatalmente ha anche subito i maggiori disservizi considerata l’ora in cui è avvenuto il blackout della posta elettronica di Google. Il nuovo codice inserito per mantenere i dati degli utenti nei data center più vicini a loro, per rendere più rapido l’utilizzo di Gmail, ha così fornito l’innesco per una serie di errori a cascata, che gli sviluppatori di Mountain View confidano di non ripetere più: «I bug sono stati trovati e risolti, e stiamo lavorando per apportare nuove modifiche. Sappiamo bene quanto sia penoso un disservizio di questo tipo – noi stessi gestiamo Google attraverso Gmail, quindi tali disservizi colpiscono noi nello stesso modo in cui colpiscono voi. Indaghiamo sempre alla radice le cause di questi rari disservizi, così da poter prevenire problemi simili in futuro».

Per risarcire gli utenti della versione a pagamento di Gmail, i responsabili di Mountain View hanno deciso di offrire 15 giorni di abbonamento gratuito al loro servizio di posta elettronica. Gli utenti della versione a pagamento di Gmail sono relativamente pochi se confrontati con il numero di utenti della versione gratuita, ma tra le loro fila figurano imprese, istituzioni e agenzie governative. Un’operazione di risarcimento simile era già stata attuata durante lo scorso agosto, ricordando da vicino quanto messo in atto da Apple per risarcire gli utenti dai numerosi disservizi iniziali del servizio cloud MobileMe.

Stando alle notizie fornite dal sito di informazione online PcWorld, il parziale blocco di ieri di Gmail sarebbe il sesto di una serie iniziata durante la scorsa estate. A metà luglio il servizio andò in tilt per diverse ore per un numero considerevole di utenti, impossibilitati a utilizzare la loro casella di posta elettronica. Nel mese di agosto si verificarono, invece, ben tre disservizi a circa cinque giorni di distanza l’uno dall’altro: il 6 agosto un “numero indefinito” di utenti ebbe il proprio account Gmail fermo per circa 15 ore; il giorno 11 un problema nella gestione dei contatti rese inaccessibili numerosi account; il 15 un alto numero di utenti non fu in grado di accedere alla posta elettronica per circa 24 ore. Infine, nel mese di ottobre, un cospicuo numero di utenti rimase tagliato fuori da Gmail per 30 ore. Una lunga serie di problemi cui va ora aggiunto il blackout di martedì.

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