Google rallenta, ma rallentano tutti

Google ha registrato in febbraio un numero di query inferiore rispetto a gennaio, ma il calo è generale e motivato più che altro dal fatto che febbraio è più breve di gennaio. Sostanzialmente, dunque, le distanze si confermano immutate
Google ha registrato in febbraio un numero di query inferiore rispetto a gennaio, ma il calo è generale e motivato più che altro dal fatto che febbraio è più breve di gennaio. Sostanzialmente, dunque, le distanze si confermano immutate

Il numero delle query composte sul modulo di ricerca di Google è in calo. E questa è una notizia. Il motore ha infatti vissuto fino ad oggi una crescita pressoché inarrestabile, solo in rallentamento in parallelo al maturare del mercato ed al saturarsi del margine ancora guadagnabile. Il motore di Mountain View, in particolare, avrebbe guadagnato posizioni negli USA ma avrebbe perso qualcosa a livello globale. Nulla di importante e nulla di drastico, il tutto in un contesto di calo generale motivato da presupposti soprattutto matematici (il mese di febbraio è più corto, giocoforza le query sono di meno), ma il fatto viene immediatamente ripreso dagli editori del settore prima ancora che i numeri trovino pubblica ufficializzazione dalle fonti interessate.

La stima delle query raccolte dai vari motori è opera ComScore. Prima ancora che ComScore stessa abbia pubblicato il proprio report, è Reuters a darne pubblica notifica accreditando le cifre raccolte ad una soffiata proveniente da un analista di Wall Street. Google avrebbe maturato l’inversione di tendenza registrando un -0.3% rispetto al mese precedente: 62.8% di febbraio contro il 63.1% di gennaio. Negli Stati Uniti la tendenza è invece contraria: Google passa dal 58.5% all’attuale 59.2% rubando mercato ai dirimpettai di Sunnyvale e Redmond.

Se Google perde quota a livello globale, però, la concorrenza non ne approfitta: Yahoo perde lo stesso 0.3% del numero uno del mercato (dal 12.2% all’11.9%), mentre Microsoft galleggia nelle retrovie con uno stabile e ancor poco significativo 3.1% (di diverso tenore, ma pur sempre valido solo per il terzo gradino del podio, il 9.8% raccolto negli USA).

Nel raffronto con il mese precedente Google perde il 5% nel numero di query raccolte (poco meno di 6 miliardi), ma è questa una performance migliore rispetto alla concorrenza: Yahoo perde l’8%, Microsoft il 7%. I dati vanno anche oltre, fotografando mercati di differente tipologia quali quelli eBay, Facebook o Fox Interactive. I risultati comScore, rilasciati a chiusura della giornata in borsa, non incidono comunque in alcun modo sull’altalena che Wall Street sta vivendo in queste ore: il giorno precedente arrampicate da record, ieri nuove cadute. Google limita i danni a -1.63%.

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