Google Reader tagliato per la privacy?

Tra le ragioni che hanno spinto Google a tagliare Reader potrebbero esserci quelle relative a preoccupazioni per la privacy: ne parla l'ex product manager.
Tra le ragioni che hanno spinto Google a tagliare Reader potrebbero esserci quelle relative a preoccupazioni per la privacy: ne parla l'ex product manager.

Ancora poco più di tre mesi e i server di Google Reader saranno spenti. Il motore di ricerca ha annunciato pochi giorni fa l’intenzione di tagliare il servizio con la fine di giugno, in un’ottica di riorganizzazione di costi e personale, giustificando la scelta con un bacino di utenti in costante diminuzione. Una prospettiva che ha fatto storcere il naso a numerosi utenti, compreso il sottoscritto, da molto tempo abituati a consultare i propri feed RSS mediante l’interfaccia di bigG.

Le ragioni dietro la chiusura non sono state approfondite in via ufficiale, ma è possibile che abbiano a che fare con problemi riguardanti la privacy. Il colosso di Mountain View si è infatti visto obbligato a fare i conti negli ultimi anni con un numero di cause legali non indifferente, molte legate proprio alla violazione dei dati personali. È ad esempio successo con Street View e il wardriving delle Google Car, oppure nel “caso Safari”, costati milioni di dollari tra sanzioni e patteggiamenti.

Nick Baum, ex product manager di Reader ed ex dipendente Google, è intervenuto sulle pagine di AllThingsD per parlarne. Secondo lui la piattaforma non conta un numero di utenti sufficiente per spingere bigG a impegnare esperti di privacy e legali in modo da scongiurare in futuro altre denunce o cause.

Secondo il mio parere, un prodotto di Google non genera profitti finché non ci sono almeno 100 milioni di persone a utilizzarlo.

La petizione per salvare il servizio su Change.org ha quasi raggiunto 150.000 firme. Ovviamente il bacino d’utenza di Reader è di gran lunga superiore a questa cifra, ma secondo Baum non arriva a 100.000.000. Google avrebbe scartato l’ipotesi di cedere il proprio gestore di feed a una realtà third party (come accaduto lo scorso anno con SketchUp) in quanto profondamente integrato con gli altri strumenti messi a disposizione dal gruppo. Paradossalmente, sostiene l’ex product manager, un giorno qualche startup potrebbe realizzare uno strumento efficace in grado di sostituire degnamente Reader e Google valutarne l’acquisizione.

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