IFA 2018: smartphone Wiko, intervista a Marco Tecchio

All'IFA 2018, Webnews ha intervistato Marco Tecchio di Wiko Italia, per parlare degli smartphone che spopolano nel Paese grazie a prezzo e caratteristiche.
All'IFA 2018, Webnews ha intervistato Marco Tecchio di Wiko Italia, per parlare degli smartphone che spopolano nel Paese grazie a prezzo e caratteristiche.

Nel corso degli ultimi due anni, il brand Wiko è riuscito velocemente a posizionarsi nel mercato italiano con smartphone dai prezzi democratici e design allo stesso tempo ricercato. Un po’ come alternativa ai brand che offrono dispositivi premium a prezzi che ora si aggirano anche sopra i 1000 euro. Sembra quasi vedere un distaccamento sempre più marcato: quando brand come Samsung e Apple sfondano il muro dei 1000 euro, Wiko sfonda al contrario il muro dei 300 euro, ma verso il basso, riuscendo a proporre al pubblico una vastissima gamma di prodotti con delle caratteristiche più che buone. Ma come fa?

Per entrare nel dettaglio, Webnews ha analizzato l’argomento durante la fiera IFA 2018 di Berlino con Marco Tecchio, Product Manager di Wiko Italia.

A dicembre 2017 c’è stata la fusione tra Tinno Mobile e Wiko. Tinno ha due stabilimenti produttivi in Cina. Questo ci permette di ottenere certe economie di scala per la produzione e poi la distribuzione. In Cina, Tinno distribuisce smartphone tramite il brand Sugar. Se di economie di scala si può parlare, possiamo dire che alcune caratteristiche peculiari come lo schermo 19:9 sono state introdotte sui dispositivi Sugar.

Tinno Mobile è un gruppo di telecomunicazioni mobile cinese che dal 2014 sviluppa smartphone basati su Android, e ha pian piano costruito una catena di produzione in Cina, promettendo una via preferenziale di produzione ai brand del gruppo. Wiko è il brand che distribuisce prodotti costruiti ed assemblati nelle fabbriche di Tinno in Europa, specificamente in Francia (Wiko ha sede principale a Marsiglia, in Francia), Lussemburgo, Malta, Montenegro, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Svizzera, Serbia, Slovenia, UK (dal sito ufficiale).

In Italia, «tra offline e online, il mercato che traina è quello offline», continua Marco Tecchio. «[Il nostro share, ndr] rispecchia la situazione attuale generale, ovvero circa il 95% sull’offline (retail) e il 5% sull’online». Wiko ha perfettamente centrato il target previsto. Che in realtà è molto variegato, perché va dalla generazione Y a quella Z ai genitori di queste generazioni. Un po’ come la mamma che compra il primo smartphone al figlio, o il figlio early adopter che compra alla mamma che viene dal feature phone.

Wiko-view2-go

Lo smartphone Wiko View2 Go all’IFA 2018 di Berlino.

Ad IFA 2018 Wiko presenta Wiko View 2 GO, WIko View 2 Plus e Harry 2, per ampliare sempre più la gamma che già è molto ricca. Quasi a voler riempire ogni fascia di prezzo a intervalli di 10 euro. Il prodotto più venduto negli ultimi 6 mesi, però, racconta una storia comune a molti altri brand con carattere occidentale:

[il prodotto che stiamo vendendo, ndr] meglio oggi? A seconda delle settimane, il Lenny 4, il Jerry 3 e il Lenny 5, che rientrano nella famiglia Y.

Tutti con un prezzo intorno ai 100 euro. Il consumatore si fida di un’azienda europea in questa fascia di prezzo, forse per il supporto tecnico, per la semplicità d’uso, per la brand awereness molto incentrata sul “colourful” e sul trendy.

Wiko-harry2

Lo smartphone Wiko Harry2 fotografato all’IFA 2018 di Berlino.

Oltre questa fascia di prezzo, il consumatore si fa più attento e quindi viene subita molto l’influenza da parte dei grandi produttori cinesi che hanno fatto o stanno facendo ingresso nel mercato italiano, tra tutti Xiaomi. La concorrenza è agguerrita, ma Wiko sembra aver trovato il suo posto.

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