Il Web 2.0 come materia di studio?

Sul Web 2.0 le opinioni sono davvero discordanti, per molti si tratta solo di una bolla, per altri è la normale ed entusiasmante evoluzione del Web 1.0 e della comunicazione in rete. Inutile dire che mi trovo schierato con quest’ultima fazione. Fino a che il discorso rimane in rete, nelle pagine di qualche forum o di qualche blog, il problema non si pone più di tanto.

Ma se venisse affrontato in università? No, nessuna iniziativa da parte di qualche ateneo, tranquilli, semplicemente un post del Professor Epifani, pubblicato sul suo blog personale, che fa riflettere sull’importanza del Web 2.0 e sulla sua diffusione.

Breve riassunto (il post spiega tutto): sessione di esame di “Comunicazione Interattiva“, la studentessa interrogata dal Prof. Epifani non risponde alla domanda che le chiede un parere sul Web 2.0, semplicemente perchè “in realtà questo argomento non lo conosco proprio” risponde la studentessa. La conclusione del post: una lunga discussione in merito al fatto che una studentessa di Scienze delle Comunicazioni, per lo più in un esame di Comunicazione Interattiva, dovrebbe sapere cosa sia il Web 2.0, almeno per sentito dire.

Potremmo discutere per ore, i commenti al post di Stefano sono indicativi proprio dell’esistenza di quella discordia fra chi crede e chi non crede nel Web 2.0, ma la questione è un’altra: il Web 2.0 può essere materia di studio?

Si, almeno dal punto di vista della comunicazione. I libri che trattano l’argomento esistono, si stanno diffondendo, e anche chi vede nel Web 2.0 solamente del puro marketing, dovrà riconoscere in ogni caso che è un fenomeno della rete, della comunicazione in rete, e pertanto merita sicuramente di essere studiato da chi farà della comunicazione (online o offline che sia) la propria professione.

Non si tratta di una semplice definizione, il 2.0 è qualcosa che nasconde tendenze e approcci del web diversi, mai visti negli anni precedenti.

Probabilmente non si parla di Web 2.0 nei testi universitari, questo potrebbe essere il problema, ma come possiamo pensare di parlare di corporate blog e Web 2.0 nelle aziende, se viene considerato un argomento “secondario”.

Domanda: secondo voi la studentessa è stata bocciata (rispondete prima di leggere il post del prof)? Curiosità: voi cosa avreste fatto al post del prof?

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