Il Web è un'opportunità per frenare il terrorismo

Secondo il rapporto dell'International Centre for the Study of Radicalisation and Political Violence, governi e istituzioni dovrebbero ripensare radicalmente i loro approcci per contrastare terrorismo ed estremismo online. Il Web è una opportunità
Secondo il rapporto dell'International Centre for the Study of Radicalisation and Political Violence, governi e istituzioni dovrebbero ripensare radicalmente i loro approcci per contrastare terrorismo ed estremismo online. Il Web è una opportunità

I gruppi estremisti politici e religiosi e i terroristi utilizzano sempre di più la Rete per selezionare nuovi individui per le loro organizzazioni e per gestire le loro attività criminali. Emerge un quadro particolarmente inquietante dal rapporto dell’International Centre for the Study of Radicalisation and Political Violence (ICSR) sulle attività illecite legate a estremismo e terrorismo online. In un documento da poco pubblicato, l’Istituzione identifica i principali elementi di criticità e le possibili soluzioni da adottare per contrastare efficacemente tali fenomeni a partire proprio dalla Rete.

Secondo gli esperti dell’ICSR, le attuali strategie adottate dai governi nazionali sarebbero insufficienti e in numerosi casi controproducenti. La principale attività di contrasto si è basata, fino a ora, sulla rimozione o la sospensione di quei contenuti valutati come pericolosi, una pratica ritenuta rozza e costosa sia in termini di tempo che di risorse economiche. Il fenomeno legato all’estremismo travalica, secondo i responsabili del rapporto, la semplice realtà in Rete per investire numerosi ambiti al di qua dello schermo. Staccare la spina ad alcune fonti in Rete non è dunque ritenuta una strategia utile per arginare in maniera efficace e duratura il fenomeno.

«Qualsiasi strategia che mira a contrastare la radicalizzazione online deve provvedere alla costruzione di un ambiente in cui la produzione e la fruizione di tali materiali diventi difficile non in termini tecnici, ma nel senso di inaccettabile e dunque meno desiderabile» si legge nel rapporto di ICSR [pdf]. La strategia proposta prevede: l’adozione di sistemi per impedire l’accesso alla Rete dei produttori di materiali che promuovono l’estremismo politico o religioso, maggiori poteri alle community online per autoregolamentarsi, interventi per boicottare e rendere meno interessanti gli inviti degli estremisti online e promuovere messaggi positivi per contrastare gli annunci legati a terrorismo e fanatismo.

Infine, per gli esperti di ICSR i governi nazionali non dovrebbero vivere la Rete come una minaccia legata al terrorismo e al fondamentalismo, ma come un’opportunità per debellare o tenere sotto controllo tali fenomeni. Le nuove tecnologie e l’enorme numero di informazioni presenti in Rete offrono ai servizi di intelligence numerosi elementi per condurre le loro indagini e tastare direttamente il polso alle organizzazioni criminali.

Il rapporto evidenzia, comunque, come risultati migliori nella prevenzione del crimini e dell’estremismo potranno essere raggiunti solamente con un maggior coinvolgimento di tutti i soggetti che ogni giorno utilizzano la Rete. L’impegno dei singoli governi o delle istituzioni sovranazionali non si è fino a ora rivelato sufficiente, da qui la necessità di coinvolgere altre realtà come le compagnie che operano sul Web o che forniscono l’accesso a Internet e gli utenti stessi della Rete. L’utilizzo di un modello “social” per contrastare estremismo e terrorismo online potrebbe rivelarsi vincente.

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