Incentivi Auto Elettriche 2025: cosa c'è da sapere

Dal 22 ottobre la piattaforma per richiedere voucher fino a 11.000€ alle persone fisiche e contributi per microimprese. Requisiti, rottamazione obbligatoria e scadenza 30 giugno 2026.
Dal 22 ottobre la piattaforma per richiedere voucher fino a 11.000€ alle persone fisiche e contributi per microimprese. Requisiti, rottamazione obbligatoria e scadenza 30 giugno 2026.
Incentivi Auto Elettriche 2025: cosa c'è da sapere

Dal 22 ottobre, una nuova stagione si apre per la mobilità sostenibile italiana grazie all’attivazione della piattaforma digitale dedicata agli incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche. Un cambiamento che promette di rivoluzionare non solo il modo in cui si accede ai contributi, ma anche il rapporto tra cittadini, istituzioni e concessionari. Il cuore della riforma poggia su tre pilastri fondamentali: voucher digitale, autenticazione online e rottamazione obbligatoria. Si tratta di una vera e propria svolta, pensata per accelerare la transizione ecologica e favorire un’Italia più green.

La novità più significativa del nuovo sistema risiede nel cambio di paradigma: non è più il concessionario a occuparsi della pratica, ma è il cittadino stesso che, in prima persona, avvia la richiesta degli incentivi. Tutto inizia con la registrazione sulla piattaforma bonusveicolielettrici.mase.gov.it, dove è possibile generare un voucher digitale da presentare direttamente in concessionaria al momento della firma del contratto di acquisto. Questo passaggio consente di velocizzare l’iter e di responsabilizzare l’acquirente, che diventa protagonista della transizione verso una mobilità più sostenibile.

Ma chi può realmente beneficiare di questa misura? Gli incentivi sono destinati esclusivamente ai residenti, oppure alle aziende con sede legale, in uno degli 83 comuni delle cosiddette Aree Urbane Funzionali (FUA). Una limitazione geografica che, se da un lato mira a concentrare le risorse dove l’impatto ambientale è maggiore, dall’altro solleva qualche perplessità per chi risiede al di fuori di queste zone. Fondamentale, inoltre, è la rottamazione di un veicolo fino alla categoria Euro 5: il mezzo da demolire deve essere intestato al richiedente da almeno sei mesi, un vincolo pensato per evitare pratiche elusive e garantire l’effettiva uscita dal parco circolante di auto più inquinanti.

La struttura dei contributi è stata pensata per offrire un sostegno mirato, calibrato sulle reali esigenze dei cittadini e delle imprese. Per le persone fisiche, l’ammontare dell’Isee rappresenta la chiave di accesso ai benefici: si parte da un contributo massimo di 11.000 euro per chi ha un Isee fino a 30.000 euro, mentre per la fascia tra 30.000 e 40.000 euro il contributo scende a 9.000 euro. Le microimprese, invece, possono accedere a un sostegno pari al 30% del costo d’acquisto (IVA esclusa), fino a un tetto massimo di 20.000 euro. Una differenziazione che intende favorire le famiglie a reddito medio-basso e incentivare il rinnovamento del parco veicoli anche tra i piccoli operatori economici.

La procedura per accedere agli incentivi è stata semplificata al massimo: si accede alla piattaforma tramite SPID o CIE, si inseriscono i dati personali comprensivi dell’Isee, e si genera il voucher, che avrà una validità di 30 giorni. Una volta in concessionaria, il venditore dovrà validare il voucher attraverso la piattaforma, ottenendo successivamente il rimborso statale. Un passaggio cruciale, questo, che permette di tracciare ogni fase dell’acquisto e di garantire trasparenza e sicurezza sia per l’acquirente sia per il rivenditore.

Non mancano, tuttavia, alcuni obblighi post-acquisto: il veicolo acquistato dovrà rimanere intestato al beneficiario per almeno 24 mesi. Un vincolo pensato per scoraggiare le speculazioni e per assicurare che il beneficio pubblico non si traduca in un mero vantaggio privato a breve termine, ma contribuisca davvero al rinnovamento del parco auto nazionale.

Sul piano delle prospettive, il programma presenta luci e ombre. Da un lato, rappresenta un’opportunità concreta per favorire la diffusione delle auto elettriche e sostenere la transizione ecologica, soprattutto per chi fino ad oggi era rimasto escluso dalle precedenti ondate di incentivi. Dall’altro, permangono alcune criticità, come la restrizione geografica agli 83 comuni FUA e le preoccupazioni dei venditori circa la tempistica dei rimborsi. Gli analisti ambientali accolgono con favore l’iniziativa, ma sottolineano la necessità di potenziare parallelamente le infrastrutture di ricarica. Gli economisti, invece, mettono in guardia sul rischio di esaurimento rapido dei fondi, disponibili fino al 30 giugno 2026.

Per chi è interessato a cogliere questa opportunità, il consiglio è quello di consultare i siti specializzati per individuare i modelli di auto elettriche ammessi agli incentivi e di pianificare per tempo la rottamazione del proprio veicolo. In questo modo sarà possibile sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalla nuova piattaforma, contribuendo concretamente a un’Italia più sostenibile e innovativa.

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