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La trasformazione digitale nel settore bancario è ormai una realtà che coinvolge ogni aspetto della nostra quotidianità, ma cosa accade quando il progresso rischia di lasciare indietro una parte dei clienti? È questa la domanda che si pongono in molti dopo l’annuncio di Intesa Sanpaolo relativo all’evoluzione della propria app Mobile, che nei prossimi mesi innalzerà significativamente i requisiti tecnici per l’accesso ai servizi bancari da smartphone.
L’istituto ha comunicato un importante aggiornamento che non si limita a un semplice restyling grafico, ma coinvolge profondamente l’esperienza utente e, soprattutto, la compatibilità con i dispositivi. Il piano di rilascio prevede una transizione graduale a partire da ottobre 2025, ma è il calendario delle dismissioni a suscitare le maggiori preoccupazioni: da dicembre 2025, l’app non funzionerà più su dispositivi con Android 8; da marzo 2026, la soglia si alzerà ulteriormente, escludendo anche Android 9 e 10, oltre a iOS 13 e 14. La nuova versione dell’applicazione richiederà almeno Android 11 con accesso al Google Play Store e 6 GB di RAM, oppure iOS 15 o versioni successive.
Questa svolta comporta anche una riorganizzazione dei servizi: la sezione dedicata agli investimenti sarà integrata direttamente nell’app principale, eliminando così la necessità di utilizzare l’applicazione separata “Intesa Sanpaolo Investo”. Tutte le funzionalità finanziarie saranno quindi centralizzate in un unico ambiente digitale, con l’obiettivo di semplificare la gestione patrimoniale e offrire un’esperienza più fluida.
Secondo la banca, la scelta di innalzare i requisiti risponde a precise esigenze di performance, usabilità e soprattutto sicurezza. Mantenere la compatibilità con sistemi operativi datati aumenta infatti la vulnerabilità a minacce informatiche e limita la possibilità di introdurre nuove funzionalità innovative. Un trend che sta interessando tutto il comparto finanziario, dove la corsa verso piattaforme sempre più avanzate è ormai la norma.
Non mancano però le ricadute pratiche: una parte significativa della clientela rischia di trovarsi esclusa, in particolare chi utilizza dispositivi meno recenti o non ha la possibilità di aggiornare frequentemente il proprio smartphone. Per questi utenti, Intesa Sanpaolo suggerisce come alternativa il servizio O-key SMS, che consente di accedere al conto tramite browser web e autenticazione via messaggi di testo. Questa soluzione, tuttavia, non è priva di costi: è previsto un canone annuale di 10 euro, a cui si aggiungono le eventuali spese per gli SMS ricevuti.
La soglia tecnica fissata per i dispositivi Android – ben 6 GB di RAM – rappresenta un ulteriore elemento di criticità, poiché esclude numerosi smartphone di fascia media e bassa ancora oggi molto diffusi, soprattutto tra le fasce di popolazione meno giovani o con minori risorse economiche. La transizione, quindi, non si prospetta indolore e impone una riflessione più ampia sul tema dell’inclusione digitale.
In questa fase di cambiamento, Intesa Sanpaolo ha garantito che saranno fornite comunicazioni dettagliate e supporto continuo per accompagnare i clienti nella transizione, sottolineando come le modifiche siano finalizzate a garantire un servizio più stabile, veloce e sicuro. L’innovazione, infatti, punta a rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione, dove la rapidità dei pagamenti, la gestione patrimoniale integrata e la tutela delle informazioni personali rappresentano priorità imprescindibili.
Il consiglio pratico rivolto ai clienti è quello di verificare tempestivamente le caratteristiche del proprio smartphone, valutando la necessità di un aggiornamento o il passaggio a soluzioni alternative, sempre tenendo conto dei costi e dei benefici associati a ciascuna opzione.
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