IPTV: bloccata Zsat, distribuiva illecitamente Sky

La Polizia di Palermo ha bloccato e sequestrato la piattaforma Zsat, una IPTV che distribuiva illegalmente i contenuti SKY: anche i clienti a rischio.
La Polizia di Palermo ha bloccato e sequestrato la piattaforma Zsat, una IPTV che distribuiva illegalmente i contenuti SKY: anche i clienti a rischio.

La Polizia Postale di Palermo ha bloccato le attività di Zsat, una piattaforma di IPTV responsabile di aver distribuito illecitamente l’offerta di Sky e di Netflix a circa 11.000 clienti sparsi in tutta Italia. A seguito di una lunga attività d’indagine, gli agenti hanno rinvenuto ben 57 decoder della pay TV collegati in rete, per trasmettere i programmi approfittando di connessioni a banda larga. Arrestato un trentacinquenne, trovato con 189.000 euro in contanti.

Quello dell’IPTV illegale è da tempo un problema che attanaglia i fornitori di contenuti, si tratti di media tradizionali oppure delle nuove e gettonate piattaforme in streaming. Tramite un commercio che avviene perlopiù su chat e applicazioni di messaggistica, l’utente accede ai contenuti senza acquistare gli abbonamenti ufficiali delle singole piattaforme, bensì approfittando della ritrasmissione illecita degli stessi da terze parti grazie alle connessioni ad alta velocità.

Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, il giro di affari delle riproduzione abusiva di contenuti tramite servizi IPTV ha portato, nel corso del 2018, a un danno per i detentori dei diritti di trasmissione pari a 700 milioni di euro. Per il sequestro in questione, la piattaforma pirata Zsat permetteva di approfittare dell’intero palinsesto Sky, scegliendo tra diversi “pacchetti” confezionati appositamente per i clienti, ai quali veniva anche garantito l’accesso al catalogo Netflix.

Non solo i gestori della struttura, a rischio potrebbero esservi anche gli 11.000 clienti, sparsi su tutto lo Stivale, della struttura. Le normative vigenti sulla protezione del diritto d’autore, infatti, prevedono una sanzione amministrativa fino a 30.000 euro per gli stessi utenti, anche quando la visione non viene effettuato a scopo di lucro economico. Nel 2017, sempre come sottolinea il Corriere, la Cassazionestr ha ad esempio confermato una precedente sentenza della Corte di Appello, con la richiesta di 4 mesi di carcere e 2.000 di multa per un’utente che aveva fatto ricorso a servizi di IPTV tramite un decoder collegato alla rete internet, senza essere in possesso dell’apposita smart card e di un abbonamento regolarmente sottoscritto.

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