John Sculley: sarà Apple a rivoluzionare davvero la TV

John Sculley parla di iTV e di Steve Jobs nel corso di un'intervista alla BBC.
John Sculley parla di iTV e di Steve Jobs nel corso di un'intervista alla BBC.

John Sculley è fermamente convinto del fatto che Apple riuscirà a rivoluzionare anche il settore della televisione, così come ha fatto con quello degli smartphone e dei tablet. E anche se la tanto chiacchierata iTV non è stata ancora ufficialmente presentata, l’ex presidente di PepsiCo ed ex CEO di Apple (fra il 1983 e il 1993) è assolutamente certo del fatto che l’industria televisiva si debba preparare al tocco magico che Apple darà al suo prodotto.

Spiega John Sculley che se vi è qualcuno nel settore delle TV che sta per cambiare il modo di intendere tale media, quello è sicuramente proprio Apple. Sebbene abbia dichiarato durante un’intervista con la BBC di non aver ancora trovato il tempo di leggere la biografia di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson, dove si parla anche dell’intenzione del defunto iCEO di cambiare tale segmento di mercato, con le sue dichiarazioni Sculley conferma i rumor del prossimo annuncio di iTV, atteso progetto che Apple dovrebbe svelare nel corso di quest’anno.

Approfittando dell’occasione, Sculley ha anche spiegato il perché il suo rapporto con Steve Jobs si sia deteriorato nel corso degli anni:

«Quando Macintosh Office è stato introdotto nel 1985 e fallì, Steve cadde in depressione: avevamo avuto grosse divergenze e aveva voluto tagliare il prezzo del Macintosh mentre io volevo che ci si focalizzasse su Apple II poiché eravamo una società pubblica. […] I computer semplicemente non erano abbastanza potenti nel 1985 per svolgere le operazioni grafiche che noi volevamo che facessero in relazione alla stampa laser, e ironicamente passarono solo 18 mesi dal momento in cui i computer divennero abbastanza potenti per farlo e noi ribattezzammo il Mac Office in Desktop Publishing ed ebbe grande successo. Non fu una mia idea, era tutta farina del sacco di Steve, ma era solo un anno e mezzo troppo presto.»

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