Joost completa la sua trasformazione

Da applicazione che scimmiottava il flusso televisivo ininterrotto senza però poter contare su una programmazione interessante ora Joost diventa ufficialmente un'altra repository di contenuti televisivi accessibili in streaming on demand dal browser
Da applicazione che scimmiottava il flusso televisivo ininterrotto senza però poter contare su una programmazione interessante ora Joost diventa ufficialmente un'altra repository di contenuti televisivi accessibili in streaming on demand dal browser

Dopo aver cambiato forma passando dall’essere un’applicazione scaricabile ad un software Flash, ora Joost è pronto ad ultimare la transizione dalla nuova forma di televisione all’ennesimo rivenditore (gratuito) di contenuti televisivi in rete seguendo la strada di successo illustrata da Hulu.

>Dopo YouTube, dunque, anche Joost si adegua al modello dalla visione in streaming di contenuti on demand riciclati dal mondo televisivo, anche se nessuno dei due cloni di Hulu è all’altezza dell’originale sia per catalogo, sia per completezza, sia per qualità, sia infine per tipologia di servizio. Joost inizia ospitando alcuni show della CBS come ha fatto YouTube, arrivando così ad avere una libreria di 46.000 video per un totale di 8.000 ore, un incremento di almeno il doppio dei suoi video rispetto a dieci mesi fa. Solo che al contrario di Hulu non si tratta sempre di materiale professionale, nè di UGC come YouTube, ma di una strana via di mezzo che non sempre lascia soddisfatti.

In più il sito ha molto incrementato le funzioni di community, condivisione e commento, oltre a migliorare l’interfaccia di navigazione e l’organizzazione dei programmi. Ma mentre Joost propone solo i propri contenuti in uno sforzo sempre protezionistico, il motore di ricerca di Hulu presenta risultati per tutti i canali, anche quelli che non sono compresi nel suo pacchetto, ed in questi casi rimanda con un link ai rispettivi siti ufficiali.

Si tratta quindi per Hulu di un concetto di servizio mentre Joost rimane convinto della sua centralità, cioè del fatto che l’obiettivo è diventare la televisione del futuro. Esperienze come Hulu hanno la percezione di essere solo una parte del mercato e in questo senso riescono ad acchiappare un audience chiaro e strutturato, che non sarà mai la totalità, ma che mira ad essere il più completo e vasto possibile.

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