Kai-Fu Lee: trovato l'accordo tra Microsoft e Google

La vicenda legata all'assunzione di Kai-Fu Lee giunge all'epilogo: a seguito di conciliazione privata tra le parti il caso si chiude, benchè non siano chiare le modalità esatte dell'accordo finale. L'ultima sentenza aveva reso ambigua la situazione
La vicenda legata all'assunzione di Kai-Fu Lee giunge all'epilogo: a seguito di conciliazione privata tra le parti il caso si chiude, benchè non siano chiare le modalità esatte dell'accordo finale. L'ultima sentenza aveva reso ambigua la situazione

La vicenda Kai-Fu Lee sembra aver trovato un finale e l’ambito ingegnere dagli occhi a mandorla potrà tornare a lavorare al di fuori dei dispetti d’alto livello tra Microsoft e Google. Impossibile, però, venire a conoscenza dei termini esatti della conclusione: le parti in causa, infatti, avrebbero raggiunto un accordo comune a seguito di conciliazione privata, dunque al di fuori dei canali legali istituzionali.

In una nota Kai-Fu Lee si dice soddisfatto per la conclusione della vicenda, giudizio espresso pariteticamente da Google. Dello stesso avviso anche Microsoft, che in una brevissima nota sottolinea esclusivamente la mutua soddisfazione delle parti per la pacata conclusione della vicenda che, dice una leggenda metropolitana difficilmente comprovabile e sempre negata, ha fatto volare sedie nell’ufficio di Steve Ballmer.

La storia è iniziata nel momento in cui Kai-Fu Lee ha abbandonato Microsoft per accasarsi presso Google, ufficialmente al fine di coadiuvare l’estensione in Cina del motore di ricerca. Kai-Fu Lee era stato però un elemento importante dello sviluppo Microsoft e dover lasciare ora un tale concentrazione di esperienza e conoscenza in mano alla concorrenza è uno sgambetto che Microsoft ha mal digerito. Il contratto, però, prevedeva che il signor Lee avrebbe dovuto attendere 12 mesi prima di accasarsi in una azienda omologa e rivale come Google, ed in conseguenza di tale condizione è scattata l’inibizione legale al passaggio.

Il giudice aveva inizialmente dato ragione a Microsoft, per poi ripiegare verso una soluzione maggiormente accomodante per Google: l’assunzione era possibile, ma solo a patto che gli oneri riservati al nuovo dipendente non fossero direttamente correlabili con l’attività precedentemente operata in Microsoft (condizione, è evidente, palesemente aggirabile). In conseguenza dell’ambiguità dell’ultima sentenza le parti si sono trovate attorno ad un tavolo ed hanno raggiunto un accordo di massima che ha posto sui titoli di coda un benvenuto “The end”.

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