La Rete va in orbita

– Tizio è nel deserto del Sahara, non ha acqua e sta morendo di sete

Non sarebbe magnifico poter fare sempre affidamento su una connessione al Web anche nel bel mezzo del deserto o sulle impervie vette dell’Himalaya per aggiornare Twitter? Probabilmente no, ma intanto l’industria dell’IT continua a macinare progressi nella complessa sfida della banda larga tramite un segnale satellitare.

ViaSat, la società Californiana specializzata nelle tecnologie satellitari, ha da poco annunciato un accordo con Arianespace per lanciare in orbita un nuovo satellite per la comunicazione via Web negli Stati Uniti. Il lancio avverrà solamente nel 2011, ma le prime informazioni confermano le indiscrezioni sui passi avanti compiuti in questa particolare soluzione tecnologica per la ricezione di Internet tramite una parabola.

Tra un paio di anni, un lanciatore della Arianespace porterà in orbita geostazionaria ViaSat-1 dalla sua base spaziale nella Guiana Francese. Il nuovo satellite consentirà di compiere un vero e proprio balzo in avanti per questo particolare, e dispendioso, modo di diffusione della Rete, utile per coprire quelle zone non raggiunte da cavo e wireless. ViaSat-1 consentirà una larghezza di banda minima per utente pari a 2 Mbps, circa il quadruplo rispetto a quanto offerto finora dalle connessioni satellitari per la Rete. Una velocità non indifferente, specie se confrontata con la media dei 768 kbps della banda larga negli States.

Il nuovo satellite permetterà un utilizzo pieno dei servizi che generalmente richiedono molta banda, come lo streaming dei filmati e la videocomunicazione, consentendo agli utenti di attenuare almeno in parte gli svantaggi dovuti al digital divide. La velocità delle nuove connessioni sarà resa possibile grazie alla capacità di ViaSat-1, in grado di gestire 100 Gbps e dunque di offrire copertura per oltre due milioni di abbonati.

I nuovi traguardi raggiunti dalla società californiana non sono banali. Uno dei principali ostacoli alla diffusione delle soluzioni satellitari per connettersi al Web era dato dalla limitata banda offerta dai satelliti, in grado di gestire un numero limitato di utenti e dunque poco redditizi. Creare, inviare e gestire un satellite geostazionario richiede grandi risorse e dunque un modello di business in grado di sostenersi e, naturalmente, di espandersi. Le nuove tecnologie adottate su ViaSat-1 potrebbero costituire una buona opportunità per il settore, rendendo le connessioni al Web via satellite una soluzione valida sia per gli investitori che per i consumatori finali.

ViaSat si occuperà unicamente degli aspetti tecnici legati al lancio e alla gestione del satellite, mentre metterà sul mercato la banda messa a disposizione da ViaSat-1 alle società di telecomunicazioni. Si partirà nel 2011, con l’incognita di una Rete sullo spettro televisivo ad ampio raggio che per allora potrebbe già essere realtà…

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