Malware: a rischio l'economia della Rete

Un rapporto redatto dall'OECD illustra l'evoluzione e l'impatto devastante dei malware nei confronti dell'economia della Rete e della sicurezza nazionale. Per arginare tale piaga è necessaria una maggior cooperazione tra le diverse comunità internazionali
Un rapporto redatto dall'OECD illustra l'evoluzione e l'impatto devastante dei malware nei confronti dell'economia della Rete e della sicurezza nazionale. Per arginare tale piaga è necessaria una maggior cooperazione tra le diverse comunità internazionali

Il software contenente codice malevolo (i cosiddetti malware) si è evoluto nel corso degli anni sino a diventare il prodotto di una industria criminale che fattura milioni di dollari, mettendo così a dura prova l’economia della Rete e la sicurezza nazionale. E’ quanto emerge da un esaustivo rapporto (pdf) sullo stato attuale del mercato dei malware redatto dalla Organization for Economic Cooperation and Development (OECD) e pubblicato con il nome di “Malicious Software (Malware): A Security Threat to the Internet Economy”.

Il documento esamina il funzionamento delle varie tipologie di codice malevolo e l’andamento nel tempo dell’industria legata a tale fenomeno, nonché il ruolo giocato dalle varie istituzioni governative nel combattere la proliferazione di tale minaccia. «Nel corso degli ultimi 20 anni i malware si sono evoluti passando da exploit occasionali a una industria criminale che vale milioni di dollari», recita il rapporto dell’OECD e nel corso degli ultimi cinque anni i malware hanno dilagato come metodo per attaccare i sistemi informatici allo scopo di sottrarre informazioni e denaro. La situazione appare ancora più inquietante e insostenibile se si considera che nei soli Stati Uniti più di 59 milioni di utenti, circa un quarto degli internauti Usa aventi una connessione ad Internet, ospitano inconsapevolmente all’interno dei loro computer spyware, backdoors o altre tipologie di malware.

Il rapporto punta inoltre ad informare le autorità governative non solo sulla crescita e sull’impatto dei malware, ma anche sulle contromisure da adottare per combattere tale piaga, evidenziando alcune aree ove sia possibile agire per incrementare la sicurezza, come ad esempio misure per correggere le vulnerabilità dei software, incentivi economici per la ricerca e lo sviluppo, nuovi standard e linee guida. L’ideale sarebbe sviluppare un approccio olistico e globale al fenomeno malware. Allo scopo di ridurre realmente l’attività malevola all’interno della grande rete, il rapporto suggerisce la creazione di una “Anti-Malware Partnership” globale in grado di convogliare le forze derivanti dalle organizzazioni governative, dal settore privato, dalla comunità tecnica e dalla società civile, con lo scopo di combattere il malware sul fronte educativo, tecnico, legale ed economico.

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