Microsoft, prima causa legale per il click fraud

Microsoft ha da poco depositato una causa legale contro un gruppo di tre persone accusate di aver messo in atto una massiccia azione di click fraud per danneggiare gli annunci pubblicitari dei loro concorrenti. Redmond chiede 750mila dollari per i danni
Microsoft ha da poco depositato una causa legale contro un gruppo di tre persone accusate di aver messo in atto una massiccia azione di click fraud per danneggiare gli annunci pubblicitari dei loro concorrenti. Redmond chiede 750mila dollari per i danni

Una serie di operazioni legate al click fraud ha indotto Microsoft ad istituire una causa legale contro tre soggetti, accusati di aver messo in atto una vera e propria frode online nei confronti degli inserzionisti del videogioco World of Warcraft e di alcune società di assicurazioni per automobili. Il terzetto identificato dai legali di Redmond avrebbe creato uno schema per sfruttare diverse centinaia di migliaia di indirizzi IP per portare a termine click fraudolenti sulle inserzioni pubblicitarie gestite dal programma di advertising del colosso dell’informatica.

Secondo gli esperti di Microsoft, il sistema avrebbe consentito di trarre in inganno i competitor delle società coinvolte nella frode online. Nel modello pay-per-click, infatti, a ogni click effettuato da un utente su un annuncio pubblicitario, l’inserzionista corrisponde una cifra al servizio che ha veicolato la sua pubblicità. Generando un alto numero di click, gli autori della frode esaurivano in poco tempo il budget stanziato dalla concorrenza per l’advertising online, consentendo così ai loro annunci di guadagnare una migliore evidenza spesso a costi inferiori per le keyword di ricerca. Una pratica ampiamente diffusa in Rete e che negli ultimi tempi ha spinto i principali gestori dell’advertising a realizzare sistemi di controllo più precisi ed elaborati per arginare le frodi.

La citazione in giudizio è stata da poco depositata presso la Corte Distrettuale del Distretto Ovest dello stato di Washington e coinvolge i canadesi Eric Lam, Gordon Lam e Melanie Suen, accusati di aver violato il contratto di Microsoft insieme ad altre società per danneggiare le campagne promozionali della concorrenza. Accuse circostanziate, che hanno indotto per la prima volta i responsabili di Redmond a istituire una causa legale per un caso di click fraud, per il quale sono stati richiesti almeno 750mila dollari di risarcimento per i danni subiti.

«La maggior parte delle attività legate all’advertising online sono naturalmente legittime. Ma come per tutte le attività online, ci sono aree in cui si annidano le frodi. I gestori dell’advertising online hanno fatto passi da gigante in questo settore per anni, implementando le tecnologie e le migliori pratiche e tecniche per contrastare alcuni problemi come il click fraud. L’azione legale di oggi è un ulteriore passo per espandere quegli sforzi utilizzando il sistema legale per combattere il click fraud. Far rispettare la legge può giocare un ruolo fondamentale per la sicurezza, fornendo le tecnologie e le migliori soluzioni per l’industria, sfruttando le cause legali e la persecuzione del crimine per fermare i più straordinari criminali e far sì che rispondano delle frodi che hanno commesso» scrive Tim Cranton, Associate General Counsel della società di Redmond sul blog “Microsoft on the Issues”.

Le prime avvisaglie di una attività illecita intorno ad alcune inserzioni gestite da Microsoft furono registrate durante il mese di marzo dello scorso anno. Nei mesi seguenti, alcuni inserzionisti legati al mercato delle assicurazioni per l’auto e al videogioco online World of Warcraft segnalarono alcune anomalie alla società di Redmond, che iniziò così a ricostruire con pazienza i numerosi passaggi di IP creati per mettere in atto la frode. Le analisi dei dati condussero infine verso i server in Canada dei tre soggetti da poco denunciati. Spetterà ora ai magistrati decidere modalità e tempi della prima causa legale di Microsoft per contrastare il click fraud.

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