Microsoft risponde picche a Gorbaciov

Microsoft ha risposto alla lettera di Gorbaciov. Il gruppo di Gates confida nella giurisprudenza russa e nelle istituzioni condannando dunque Posonov a scontare la propria pena. Tra USA e Russia trattasi di un braccio di ferro in odore di WTO
Microsoft ha risposto alla lettera di Gorbaciov. Il gruppo di Gates confida nella giurisprudenza russa e nelle istituzioni condannando dunque Posonov a scontare la propria pena. Tra USA e Russia trattasi di un braccio di ferro in odore di WTO

Di fronte alla lettera aperta pubblicata da Gorbaciov sulla rete ed indirizzata a Bill Gates, le possibilità di azione per Microsoft erano limitate. Gorbaciov, infatti, ha chiesto una intercessione diretta affinchè un professore russo fosse salvato da sicura condanna per aver adoperato materiale piratato nella piccola scuola per cui lavora. Il professore si dice innocente ed asserisce di aver usato software preinstallato, ma la condanna è vicina.

Possibilità 1: non rispondere. I media avrebbero mal digerito una posizione simile ed agli effetti si sarebbe configurata una negazione in quanto l’aiuto non sarebbe arrivato. Possibilità 2: intervenire in favore di Posonov. Sicuramente la cosa avrebbe fatto notizia, ma al tempo stesso le battaglie contro la pirateria in Russia si sarebbero svuotate di significato. Possibilità 3: intervenire ribadendo le posizioni Microsoft e condannando indirettamente Posonov.

Microsoft ha scelto quest’ultima opzione. In una nota riportata dal New York Times il gruppo di Gates confida totale fiducia nella giurisprudenza russa e ribadisce il fatto che il caso di Posonov è un atto di pirateria che va condannato. Una volta chiamato in causa, dunque, il gruppo di Redmond non ha potuto far altro che confermare le teorie di sempre ribadendo semplicemente le proprie posizioni e scontando l’inevitabile sgambetto mediatico pur di non creare pericolosi precedenti.

È del tutto evidente come Alexander Posonov sia finito al centro di una questione molto più grande di lui. Il caso di per sè non sarebbe troppo importante se non fosse che dagli Stati Uniti si stanno facendo feroci pressioni sulle istituzioni russe affinchè il paese si armi contro la pirateria (vedi il caso AllofMP3) e trasformi il mercato del copyright in una macchina efficiente in grado di aumentare i flussi di danaro inevitabilmente direzionati verso occidente. Dopo Gorbaciov, nei giorni scorsi anche Vladimir Putin si è schierato contro una normativa troppo restrittiva nei confronti dei pirati, dunque l’attuale pugno duro intrapreso da Microsoft sembra rappresentare semplicemente la parte avversa in un importante braccio di ferro commerciale.

Alexander Ponosov è in mezzo a tutto ciò e per questo motivo il suo caso ha assunto notorietà internazionale. La parola passa ai giudici, dai quali giungerà una sentenza che, a questo punto, farà da cartina di tornasole relativamente alla bontà della legislazione russa contro la pirateria (elemento di importanza strategica per l’accesso della Russia nella World Trade Organization).

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