Microsoft vince il secondo round con Alcatel

Alcatel-Lucent non potrà arrivare a processo nel secondo caso legale che vede opposto il gruppo a Microsoft. Dopo la multa ottenuta alla prima tornata, un nuovo giudice ha ritenute infondate le accuse relative ad una tecnologia compresa in Windows Vista
Microsoft vince il secondo round con Alcatel
Alcatel-Lucent non potrà arrivare a processo nel secondo caso legale che vede opposto il gruppo a Microsoft. Dopo la multa ottenuta alla prima tornata, un nuovo giudice ha ritenute infondate le accuse relative ad una tecnologia compresa in Windows Vista

Microsoft spunta la prima vittoria contro Alcatel-Lucent nel contesto di una battaglia legale che si preannuncia molto lunga in conseguenza della molteplicità dei lotti in cui è stata suddivisa. A distanza di pochi giorni dalla prima multa da 1.52 miliardi di dollari inflitta al gruppo di Redmond, infatti, Microsoft vede rigettate nuove accuse in grado di apportare ulteriori gravi complicazioni al mercato del gruppo.

Tutto gira, in questo caso, attorno ad un brevetto tutelante la trasposizione testuale vocale/scritta in Windows Vista. Il brevetto risulta ereditato da Bell Labs, divisione AT&T, ma il giudice Rudi Brewster ha chiuso sul nascere ogni contenzioso: il processo non ha i requisiti per poter continuare. Il pericolo scampato per Microsoft è importante: secondo l’accusa il sistema operativo Windows Vista non avrebbe potuto essere commercializzato al di fuori degli Stati Uniti, il che avrebbe potenzialmente comportato gravi problemi tanto commerciali quanto legati ad una nuova ingiunzione.

Da entrambe le fazioni si prospettano appelli contro le decisioni dei giudici: da una parte v’è Microsoft pronta a scontrarsi con forza contro la prima multa in ambito MP3; dall’altra v’è Alcatel-Lucent, da cui già giungono ipotesi di appello relative all’ultima sentenza pronunciata nel weekend. Secondo Tom Burt, colui il quale seguirà per Microsoft la sfida legale con Alcatel, alla fine nessuna delle accuse della controparte rimarrà in piedi. Per contro Microsoft ha già preparato il contrattacco con una lista di brevetti violati dalla controparte, una sorta di minaccia preventiva che al momento promette semplicemente di prolungare i tempi dell’intero iter processuale.

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