Eni vince il MIT Technology Review 35 2017

Andrea Chiodini (Eni) si è aggiudicato il premio Technology Review 35 2017 grazie a un sistema automatico per il disinquinamento di acqua contaminata.
Andrea Chiodini (Eni) si è aggiudicato il premio Technology Review 35 2017 grazie a un sistema automatico per il disinquinamento di acqua contaminata.

Eni si è aggiudicata l’ambito premio Technology Review 35 2017 per un rivoluzionario “sistema automatico per il disinquinamento di acque contaminate da idrocarburi“. Nello specifico, è stato il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara a vincere il riconoscimento destinato ai giovani innovatori con meno di 35 anni.

La giuria ha voluto nella fattispecie premiare la ricerca del chimico industriale Andrea Chiodini, il quale ha sviluppato un innovativo sistema di depurazione che molto potrebbe contribuire a garantire la salubrità delle acque nel prossimo futuro.

La ricerca di Andrea Chiodini per Eni

La ricerca ha posto l’accento su di una nuova generazione di filtri idrofobici. Si tratta di filtri formati da supporti di acciaio sinterizzato sui quali è depositato uno speciale polimero che rende la superficie idrofobica e lipofila, cioè impermeabili all’acqua, ma che permettono a benzina, diesel, olio o altri idrocarburi di attraversarla. Di fatto un filtro di questo tipo è dunque in grado di discernere la parte buona da quella di troppo, consentendo di pulire l’acqua separandola fisicamente dagli agenti inquinanti. E sono proprio questi innovativi filtri il cuore pulsante di uno speciale strumento che, immerso direttamente nella falda contaminata attraverso un pozzo artesiano, recupera e pompa in superficie la sola sostanza organica inquinante e non tutta la miscela olio-acqua: una vera e propria spugna selettiva, insomma, che permette di ripulire falde contaminate. In questo modo si evitano numerosi trattamenti di separazione e smaltimento del liquido estratto che, secondo le normative, deve essere interamente considerato come un rifiuto.

I vantaggi di questa tecnologia rispetto a quelle già esistenti (i cosiddetti “oil skimmers“) sta nel permettere al dispositivo di effettuare una efficace bonifica delle acque contaminate senza alcuna necessità di smaltire grandi quantità di liquidi «e senza intervento umano, se non nella fase di posizionamento o nell’ordinaria manutenzione». Maggior efficienza, maggior velocità, migliori performance e minor lavoro di smaltimento per una tecnologia che potrebbe dunque migliorare in modo fondamentale l’opera di recupero di falde problematiche.

A vincere l’importante riconoscimento non è però una tecnologia valida soltanto a livello teorico, poiché le prove sul campo dimostrano fin da oggi l’efficacia del sistema: dopo le prove effettuate in Sicilia nel 2014 e in Sardegna nel 2015, ora la terza generazione del dispositivo sta lavorando da mesi in totale autonomia presso un terzo sito in Sicilia, eliminando efficacemente le eventuali tracce di contaminazione presenti.

Andrea Chiodini, laureato in chimica industriale e gestionale presso l’Università di Milano, è entrato in Eni nel 2008 iniziando il proprio percorso all’interno del progetto “Biomass to Liquids" (BTL, alla base del successivo sviluppo degli attuali biocarburanti). Il dispositivo risultante dalla ricerca premiata dal MIT sarà denominato “Eni Hydrocarbon Recovery“, attualmente è in ulteriore fase di affinamento e presto sarà portato sul mercato con il marchio “e-HyRec“.

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