Nessuno mi ama... dove sono i Win-fanatics?

La disputa nata dal post “Vista meglio di MacOS“, in cui, a parte il titolo provocatorio, si dice tra l’altro “Mac è solido, ineccepibile” mi ha dato un po’ da riflettere.

Per motivi strutturali non esiste il “culto di Windows”, e per lo stesso motivo Windows è più soggetto a problemi di sicurezza.

Ecco quindi che due cose vanno a braccetto: esistono comunità di Mac/Linux lovers che fanno del loro cavallo di battaglia “Windows è un colabrodo“. La cosa fa un po’ sorridere, ovviamente…

Ribadisco ancora una volta che il post cercava di fare considerazioni sulla sicurezza percepita, quella pompata dai media… e sui miglioramenti portati in Vista, che anziché essere accolti con entusiasmo hanno generato dubbi e perplessità molto prima del suo lancio, e con questo spero di aver concluso la mia apologia nei confronti dei Mac-lovers.

Il primo PC che io abbia mai adoperato è stato proprio un Apple (un LC II). Lo screen saver con i tostapani volanti, i giochini in bianco e nero (come quello in cui si deve guidare un aereo di carta tra le correnti di una casa), e il cestino che si gonfia quando ci trascini qualcosa sono immagini indelebili.

L’esplosione di popolarità di Windows, come ho già ricordato, ha avuto conseguenze tecniche: Microsoft ha proseguito lo sviluppo di un prodotto che altrimenti avrebbe abbandonato, ridisegnato dal profondo… Sicuramente ci sarebbero stati momenti difficili in meno (la schermata blu al Comdex presentando Windows98, l’invasione di Sasser & Co. qualche anno dopo…).

Tecnicamente Microsoft è schiava del suo successo. Ha dovuto introdurre i concetti e i codici sviluppati per OS/2 molto gradualmente: una base di utenti così larga e, spesso, inesperta… non poteva far salti mortali da una versione all’altra. Apple, sull’orlo del fallimento, ha potuto costruire un castello da zero (quasi), un sistema operativo che è l’OS/2 della mela. E, diciamocelo, è un amore di sistema… La sua diffusione priva Windows di veri fan.

Windows è diffuso, ma non stuzzica e non trasmette le emozioni forti dei KeyNote di Apple. Perché in Microsoft non c’è Stefe Jobs? No. Perché se sei il 97% del mondo informatico, non puoi avere appeal, non puoi essere un prodotto del desiderio, semplicemente perché ce l’hanno tutti!

Inutilmente il circolo si chiude con la sicurezza: un buco in Windows è destinato a causare più danni di uno in un sistema operativo meno diffuso.

Linux e Apple sono prodotti che vien voglia di provare. Anche se non sai che fartene o se Windows fa già bene quel che deve fare. E chi poi si appassiona si definirà “profeta” o “evangelista” della piattaforma, e avrà un verbo da diffondere…

Non vedremo in giro ragazzi con magliette firmate Microsoft, non ordineremo su eBay una tazza col logo di Windows, che già vediamo troppo durante il giorno.

Tuttavia se è un vero peccato che Windows non abbia una base da emozionare, o che abbia smesso di farlo da un bel pezzo… certo in casa Microsoft non si sente la mancanza degli “iperfanatici” ad oltranza, che rimescolano i fatti per tirare acqua al loro mulino, che non perdono tempo a criticare un sistema che per loro stessa ammissione (ma dubito sia vero) non usano né useranno mai! Che usano iperboli sciocche come “il mio PC non si pianta mai, non ha degrado di prestazioni nel tempo, anzi migliora ogni giorno, non lo cambiero’ mai perché le richieste hardware calano di anno in anno.. etc“.

Ecco che forse emerge un pregio della “religione di stato” dell’informatica: se ne può parlare male o bene in maniera obiettiva.

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