No a leggi speciali per il web: petizione online

Lettera ai presidenti delle Camere e all'AgCom. Sul tavolo una delibera sull'antipirateria che le associazioni respingono: se ne occupi il Parlamento.
Lettera ai presidenti delle Camere e all'AgCom. Sul tavolo una delibera sull'antipirateria che le associazioni respingono: se ne occupi il Parlamento.

Sulla lotta alla pirateria, la difesa del copyright e il ruolo dell’AgCom – il Garante delle comunicazioni – si rischia di tornare allo stesso dibattito di due anni fa. Se il presidente dell’autorithy è cambiato (ora è Marcello Cardani) la tentazione è la medesima: deliberare autonomamente per aggiornare le norme sul copyright. Così come sono gli stessi a protestare per metodo e merito, a partire da Fulvio Sarzana, estensore e primo firmatario di una lettera-appello ai presidenti delle Camere e all’AgCom.

La petizione è disponibile sulla piattaforma sitononraggiungibile.info, dove da tempo confluiscono le sensibilità che gia due anni fa bloccarono il primo tentativo di oscuramento facile dei siti per violazione presunta dei diritti di proprietà.

I partner di questo appello sono Altroconsumo, Assoprovider (associazione provider indipendenti), Assonet (Associazione Nazionale Imprese nel Settore delle Telecomunicazioni e dell’informatica), Aiip (Associazione Italiana Internet Provider), Articolo21, Free Hardware Foundation Italia, International Webmasters Association, Linux Club Italia, Stati Generali dell’Innovazione, Rete dell’innovazione, Associazione Piccole Imprese e Consulenti per l’Informatica.

Nel testo, già firmato da tanti altri nomi noti della Rete italiana come Marco Pierani, Roberto Scano, il direttore di Articolo 21 Stefano Corradino, Umberto Rapetto (Nucleo speciale Frodi telematiche), si fa riferimento all’indiscrezione secondo la quale Cardani sarebbe intenzionato a procedere con un Ordine del giorno che apra il dossier che verrà presentato il prossimo 24 maggio, presso la Camera dei Deputati (un caso?) al workshop sui diversi modelli di difesa del diritto d’autore. E da lì chieda sostegno al progetto di intervenire con una propria delibera.

L’Autorità darebbe a sé stessa la possibilità di rimuovere contenuti dal web senza l’intervento della magistratura e senza una normativa di copertura da parte del Parlamento. L’appello chiede una pausa di riflessione in primis a Piero Grasso e Laura Boldrini, peraltro protagonisti in questi giorni proprio di un clamoroso andirivieni di posizioni su eventuali leggi speciali per il Web.

Questo ultimo punto è molto importante. Secondo Sarzana e i sostenitori dell’appello soltanto il Parlamento può legittimamente occuparsi del problema, perché implica delicatissime manovre sui diritti civili e sulla libertà di espressione. Da una parte ci sono gli interessi, sostanzialmente industriali, privati, dei detentori che vorrebbero una procedura snella per il sequestro preventivo dei siti; dall’altra, i cittadini coi loro diritti di consumatori e di utenti. In mezzo, le associazioni di consumatori, gli ISP, i singoli esperti della Rete che ritengono un errore questa unilateralità, già fallita due anni fa quando l’AgCom accettò delle audizioni pubbliche dei portatori di interesse e fece marcia indietro.

Se stavolta ci sarà un passo in avanti potrebbe scatenarsi un’altra guerra contro questa visione della Rete e del copyright. Ma c’è l’appello sottoscritto da pressoché tutte le piccole e medie aziende del settore dell’informatica e delle telecomunicazioni e da diverse personalità del mondo dell’impresa, dell’Università, della società civile, del diritto. E da oggi parte una campagna di informazione sui pericoli di una legislazione d’emergenza. Forse un po’ troppo per pensare davvero di ignorarli tutti.

Questa è Lettera Aperta al Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed ai presidenti di Senato e Camera dei deputati:

L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni si appresta ad adottare un regolamento con cui sanzionare le violazioni del diritto d’autore online, nonostante sia emersa con chiarezza, nei mesi scorsi, la fragilità dell’impianto normativo su cui l’Autorità voleva basare il proprio intervento che sfocia in un potenziale vulnus costituzionale.

Era stato proprio il precedente presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, ad archiviare siffatto Regolamento sulla base, tra le altre, delle molteplici perplessità espresse dalla Commissione europea sul testo proposto e della mancata adozione da parte del Legislatore di una revisione del quadro normativo, a partire dalla stessa legge che tutela il Diritto d’autore.

Qualora i sommari resoconti emersi a valle di un Suo incontro con, tra l’altro, un rappresentante di Confindustria Sistema Cultura, trovassero conferma, dovremmo presumere che, evidentemente, in qualità di nuovo Presidente, Ella non ritiene che il Parlamento debba occuparsi della vicenda e pretende che l’Autorità si sostituisca ad esso.

Le scriventi Associazioni sono da sempre strenue sostenitrici della stretta legalità e si impegnano quotidianamente per far sì che questo avvenga anche nel mercato dei contenuti digitali.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sebbene più volte sollecitata in tal senso anche da Associazioni sottoscrittrici della presente lettera, non ha tuttavia ancora effettuato alcuno Studio indipendente sui cd danni da pirateria digitale nel nostro Paese, come invece effettuato di recente dalla Commissione Europea attraverso il Joint Research Centre.

La Commissione ha esaminato nel dettaglio il settore che la stessa Autorità intende regolare con risultati a dir poco in controtendenza rispetto alle tesi promosse dai detentori dei diritti d’autore.

La stessa Autorità non sembra inoltre aver adeguatamente valutato nel merito il costo per i conti pubblici derivante dall’istituzione di un procedimento di risoluzione delle controversie interno alla stessa Autorità che dovrebbe probabilmente trattare migliaia di casi, in un momento cosi deficitario per le stesse risorse pubbliche,

Oltre alla carenza di legittimazione in capo all’Autorità e ai rischi da più parti ampiamente documentati circa gli effetti deleteri sulla libertà d’espressione in Rete e sugli utenti, l’emanando Regolamento appare pertanto inficiato dalla assoluta carenza di una preventiva analisi di impatto in termini di costi e benefici, cosa che una Autorità indipendente come l’AGCOM non può e non deve permettersi.

Tutto ciò premesso e considerato, le scriventi Associazioni ed i singoli firmatari chiedono al Presidente ed al Consiglio dell’ Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni:

a) Se sia vero che il Presidente Cardani abbia recentemente incontrato sul tema i rappresentanti delle Associazioni dei titolari dei diritti d’autore e, in caso di risposta affermativa, chiedono che venga reso pubblico, in forma integrale, il verbale redatto.
b) Di rispettare il ruolo del Parlamento e di non procedere in assenza della determinazione del solo organo deputato ad assumere decisioni in una materia così delicata, il cui impatto sulla libera circolazione delle informazioni e dei contenuti è di tutta evidenza.
c) Di voler sentire in una Audizione pubblica, le sottoscritte Associazioni, nel termine di 15 giorni dal ricevimento della presente, al fine di raccogliere elementi utili alla valutazione dell’opportunità di procedere all’adozione del suddetto regolamento.

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