Obama batte McCain (solo su Internet, per ora...)

Una cosa pare certa: sulla rete Obama è il vincitore morale delle Presidenziali statunitensi, con il concorrente McCain che arranca in quanto a capacità di recuperare fondi e seguaci sui principali siti di social media. Parrebbe, infatti, che il Partito Repubblicano, di cui John McCain è rappresentante alle elezioni presidenziali che si terranno quest’anno, proprio non riesca a togliersi di dosso quell’immagine un po’ vecchiotta e vetusta.

Obama, al contrario, sta dimostrando un’impressionante capacità nel recuperare fondi online e nell’attrarre un sempre maggior numero di fan e affezionati. Se ben vi ricordate ne avevamo già parlato a suo tempo, quando dimostrammo come Internet contribuì alla vittoria di Obama sulla Clinton alle recenti primarie democratiche.

Obama avrebbe ora la meglio anche sul concorrente McCain: i repubblicani hanno infatti investito maggiormente sui media tradizionali, diffondendo messaggi consolidati con tecniche poco innovative; in particolare, gran parte degli impieghi è stata indirizzata verso la televisione, mezzo con il quale i repubblicani sperano di ottenere graditi e ingenti ritorni soprattutto dalle generazioni meno giovani.

Al contrario, i democratici hanno concentrato più attenzioni sul Web, riuscendo a movimentare ampie schiere di giovani attivisti. Basti pensare che Obama può già contare su 1,5 milioni di “amici” tra Facebook e MySpace, oltre 43.000 followers su Twitter e circa 850 mila fan sul sito mybarackobama.com.

Insomma, praticamente, un’invasione di seguaci. Imparagonabile è pertanto il movimento virtuale creato intorno a McCain, che può contare su poco più di 200.000 supporter tra MySpace e Facebook. Al fine di coprire questo vistoso gap, i repubblicani hanno però predisposto due armi che potrebbero dare i loro risultati sperati: il network McCainSpace e il meetbarackobama.com; il primo al fine di creare una nuova comunità digitale intorno al candidato repubblicano, il secondo per porre l’attenzione sulle debolezze di Obama.

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