Olivetti Elea 9003 e l'eccellenza italiana

C’è stato un periodo nella storia del nostro paese, in cui l’industria informatica era all’avanguardia nel mondo.

Portatrice sana di tecnologia era la Olivetti, quella fabbrica tutta italiana che già molti anni prima di Steve Jobs aveva capito quanto lo sviluppo tecnologico non fosse il fattore unico in grado di poter dare l’eccellenza ai propri prodotti, e dunque coadiuvava lo sviluppo tecnico con quello estetico e promozionale.

E quando verso la metà degli anni ’50 decise di produrre il primo computer interamente a transistor e logica diodo-transistor, al suo disegno partecipò un grande nome del design, Ettore Sottsass.

Elea 9003 non è il primo della famiglia, prima di lui videro la luce Elea 9001, interamente a valvole e primo prototipo della serie, non venne mai prodotto ma installato direttamente in fabbrica e da li sviluppato dal reparto tecnico.

Poi ci fu Elea 9002, in cui lo sviluppo continuò fino all’utilizzo dei primi transistor, vero e proprio banco prova su cui poggiarono le basi del successivo modello, Elea 9003, il quale rappresentò una enorme svolta per l’epoca. Siamo nel 1957, e sul mercato sono presenti computer meccanici, mentre IBM ancora deve stendere il suo dominio, e soprattutto ancora non ha computer interamente a transistor.

Il sistema era stato concepito per gestire grossi flussi di dati, memorizzati anche su differenti supporti, anche di tipo futuro, e con i suoi circa 300.000 transistor integrati portò la Olivetti stessa a creare una nuova realtà cui demandarne la produzione. Inizialmente fu la Società Generale Semiconduttori (SGS), poi divenuta ST Microelectronics.

Tra le caratteristiche di Elea 9003 vi era la possibilità di lavorare su tre programmi in parallelo grazie alla velocità di esecuzione della macchina, la possibilità di gestire fino a 20 unità a nastro magnetico con velocità da 45 mila a 90 mila caratteri al secondo ed un complessivo margine di storage di circa 500 KB, spazio per l’epoca reputato quasi infinito. Il linguaggio con cui veniva programmata la macchina inizialmente fu il Fortran.

Oltre il sistema 9000, nei laboratori vennero studiati anche dei sistemi “minori”, come la serie 6000. Purtroppo, non molto tempo dopo lo sviluppo di un successore per Elea 9003 venne interrotto dalla morte dei suoi due promotori/progettisti, ovvero Adriano Olivetti e Mario Tchou, e da questo punto in poi venne cessata l’attività nei laboratori ceduti poi a General Electric. Sotto il nuovo marchio, vide la luce la nuova ed ultima serie Elea 4000.

Infine, tornando a Sottsass, di Elea 9003 fu curatore sia del design dello stesso mainframe, che dell’arredamento coordinato.

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