Pace fatta tra Microsoft e Salesforce

9 brevetti da una parte, 5 brevetti dall'altra. Alla fine le parti giungono ad un accordo e Microsoft sottolinea che a pagare sarà Salesforce. I brevetti saranno messi ora in condivisione e le parti potranno agire con maggior libertà nel cloud computing
9 brevetti da una parte, 5 brevetti dall'altra. Alla fine le parti giungono ad un accordo e Microsoft sottolinea che a pagare sarà Salesforce. I brevetti saranno messi ora in condivisione e le parti potranno agire con maggior libertà nel cloud computing

Microsoft e Salesforce sono giunte ad una stretta di mano. Quella che minacciava di essere una serrata guerra legale fatta di minacce e di brevetti si conclude in tempi relativamente brevi, con le parti pronte a giungere un accordo di mutua soddisfazione per continuare ad operare in concorrenza nel settore del cloud computing.

Maggio 2010, Microsoft rende pubblica la propria denuncia nei confronti di Salesforce (ma i pericoli per l’azienda denunciata erano noti ormai da mesi a seguito di una precedente comunicazione alla SEC che preavvertiva di future imminenti battaglie legali di alto livello): vengono tirati in ballo 9 brevetti e sono quelli i giorni in cui Microsoft sconta l’accordo tra Google e Salesforce per spingere l’acceleratore sui servizi cloud in concorrenza con i software di Redmond. Giugno 2010, giunge la controdenuncia: Salesforce mette sul tavolo 5 brevetti e tenta così di spingere Microsoft ad un accordo che permetta alle parti di evitare un reciproco stillicidio. In questa occasione il CEO Marc Benioff non esitava a definire Microsoft come un “patent troll” e la tensione tra le parti era ai massimi livelli.

Le trattative avvenute nel frattempo hanno portato ad una conclusione. Sebbene i termini dell’accordo non siano stati dettagliati, nel proprio comunicato Microsoft sottolinea il fatto che Salesforce abbia sborsato una non meglio precisata cifra per patteggiare la propria posizione al di fuori dello scontro legale e che, in cambio, le parti hanno messo in condivisione le rispettive proprietà intellettuali. Microsoft, insomma, ci tiene a precisare di essere uscita vincitrice dalla questione, ribadendo così la propria leadership e vincendo una prova di forza di grande impatto per il futuro del comparto.

«Quello di oggi è un esempio di come le compagnie possano competere vigorosamente sul mercato rispettando rispettivamente la proprietà intellettuale altrui»: Microsoft porta avanti la propria politica di scambio dei brevetti (già conseguita con aziende quali Apple, HP, LG, Nikon, Novell, Samsung ed altre ancora) e su questo stesso canovaccio è giunto anche l’accordo con Salesforce. D’ora innanzi le parti avranno maggior libertà d’azione, il che non potrà che andare a conseguire importanti vantaggi sul mercato grazie alle nuove opportunità di manovra da cui il cloud computing saprà trarre vantaggio.

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