PLIO: 10 no a Burton Group

L'Associazione PLIO ha rilevato una serie di errori e omissioni nel rapporto di Burton Group atto a mettere a confronto i formati ODF e OOXML, troppi per non mettere in dubbio la validità del documento e la neutralità della società di ricerche
L'Associazione PLIO ha rilevato una serie di errori e omissioni nel rapporto di Burton Group atto a mettere a confronto i formati ODF e OOXML, troppi per non mettere in dubbio la validità del documento e la neutralità della società di ricerche

L’Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OOo, il quale raggruppa la comunità italiana dei volontari che sviluppano, supportano e promuovono OpenOffice.org, ha fatto sapere tramite il proprio ufficio stampa di volersi esprimere in netto sfavore nei confronti del documento ‘What’s Up, .DOC? ODF, OOXML, and the Revolutionary Implications of XML in Productivity Applications‘, redatto dal Burton Group (pdf scaricabile previa registrazione). Troppi a loro giudizio gli errori e le omissioni presenti nel rapporto, tali da mettere in seria discussione la validità dell’intero documento e la neutralità della società di ricerche di mercato.

Sono ben 10 i punti messi in discussione da PLIO. Burton Group attribuisce alla scelta del formato ODF una connotazione politica contraria a Microsoft, ignora l’esistenza dell’ODF Alliance (l’organizzazione che sostiene il formato ODF) e della comunità di volontari intorno a OpenOffice.org, afferma che la definizione «Office Open XML» è stata creata da IBM e Sun per sottolineare le origini derivanti dai file di Microsoft Office (quando in realtà si tratta del nome ufficiale attribuito al formato dalla stessa Microsoft), considera solamente la realtà statunitense ove Microsoft gioca in casa, reputa OOXML un «formato aperto e basato su standard» senza dichiarare come la sua implementazione sia legata a numerose tecnologie targate Microsoft e afferma come la presenza degli «schemi proprietari» renda il formato OOXML «più orientato all’ecosistema e alle applicazioni»

Guy Creese e Peter O’Kelly, autori del trattato, affermano inoltre come OOXML sia in grado di ricreare in modo più fedele «l’aspetto e i metadati» (nella realtà può essere fatta solo col contributo dell’applicazione), sostengono come l’ODF sia troppo “semplice” rispetto a OOXML (la semplicità casomai è un valore positivo secondo il PLIO), ignorano come Office abbia più problemi di sicurezza rispetto a OpenOffice.org, forse l’omissione più grave in assoluto, e affermano come OOXML sia meno costoso di ODF, confrontando però i prezzi delle promozioni di Office con quelli di listino delle suite che adottano ODF, senza peraltro inserire OpenOffice.org e KOffice, software liberi e gratuiti.

Il comunicato rilasciato dall’Associazione PLIO termina con una domanda: «non è singolare che la ricerca – che, stando alle parole di uno dei suoi redattori, non era prevista nel piano editoriale di Burton Group – esca a solo un mese di distanza dalla votazione sul formato OOXML, e rifletta in modo pedissequo le posizioni di Microsoft sul problema?».

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