RO-BOW, un robot che suona il violino

Seth Goldstein ha creato una macchina che, con l'ausilio di attuatori gestiti da un software, è in grado di suonare qualsiasi musica su un vero violino.
Seth Goldstein ha creato una macchina che, con l'ausilio di attuatori gestiti da un software, è in grado di suonare qualsiasi musica su un vero violino.

Seth Goldstein è un ex ingegnere con la passione per la robotica. La sua ultima creazione si chiama RO-BOW e, come si può intuire già dal nome, si tratta di una macchina in grado di suonare uno strumento ad arco, più precisamente un violino. Un esercizio di stile, che non ha alcuna finalità se non quella di dimostrare come un attento lavoro di studio e programmazione possa dar vita a quelle che si possono definire delle vere e proprie piccole imprese ingegneristiche.

Seth chiama la sua creazione una scultura cinetica. È un complesso insieme di attuatori elettromagnetici che gestiscono diversi movimenti: quelli del violino innanzitutto, che ruota in modo da far suonare la corda corretta, poi quello dell’archetto che si sposta avanti e indietro. Ancora, sulla tastiera si abbassano le quattro dita meccaniche, premendo il punto giusto per riprodurre la nota desiderata. Tutto è gestito da un software che converte un qualsiasi file MIDI in una sequenza di output per RO-BOW.

RO-BOW è una macchina che suona un violino di dimensioni standard. Lo strumento, posizionato in orizzontale, viene ruotato sotto un archetto in movimento, mentre quattro dita meccaniche sono spostate per far contatto, quando necessario, con la corda suonata. È possibile riprodurre il vibrato, il pizzicato, il legato, la modulazione del volume e altri effetti.

Il robot non dispone di alcun tipo di intelligenza artificiale, dunque si limita ad eseguire una serie di movimenti al fine di far vibrare le stringhe del violino premendo con il giusto tempismo il tasto corretto sul manico. Con un po’ di fantasia si può immaginare una versione evoluta di RO-BOW, in grado di interpretare la tonalità dell’accompagnamento suonato da una band (attraverso un microfono e l’analisi dello spettro audio) per poi improvvisare una sequenza di note scegliendo la scala corretta.

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