Sensori in grafene per le foto notturne

Ricercatori cinesi hanno realizzato un sensore in grafene con una sensibilità alla luce 1.000 volte superiore a quella dei sensori CMOS e CCD.
Ricercatori cinesi hanno realizzato un sensore in grafene con una sensibilità alla luce 1.000 volte superiore a quella dei sensori CMOS e CCD.

Le attuali tecnologie permettono di realizzare fotocamere per smartphone con elevata risoluzione che scattano foto di qualità anche in condizioni di scarsa illuminazione, come testimoniano i test effettuati con il recente Nokia Lumia 925. In futuro si potranno però ottenere migliori risultati, grazie al sensore in grafene realizzato dai ricercatori della Nanyang Technological University. Il sensore possiede una sensibilità 1.000 volte superiore a quella dei tradizionali sensori CMOS o CCD, consumando 10 volte in meno, in quanto funziona a tensioni più basse.

Il grafene, per chi ancora non conoscesse questo materiale miracoloso, è costituito da un singolo strato di atomi di carbonio organizzati secondo una struttura a nido d’ape. Il suo spessore è un milione di volte inferiore a quello di un capello umano e possiede un’elevata conducibilità elettrica.

Il sensore in grafene realizzato dai ricercatori cinesi potrebbe essere utilizzato in diversi settori e dispositivi: smartphone, macchine fotografiche, autovelox, fotocamera ad infrarossi, riprese satellitari. La sua elevata sensibilità ne consente l’impiego in condizioni di bassa illuminazione, per cui le foto ottenute saranno sempre perfette.

La nanostruttura in grafene “intrappola” le particelle di luce per un tempo maggiore, fornendo segnali elettrici molto più forti che verranno quindi trasformati in immagini. Più forte è il segnale elettrico generato dagli elettroni, più chiare e nitide saranno le foto scattate. La performance, come la velocità di risposta, può essere ulteriormente migliorata.

Il professore Wang Qijie, inventore del sensore, crede che presto sarà possibile realizzare sensori in grafene flessibili ed economici. I produttori dovranno solo sostituire il materiale usato nel processo di fabbricazione CMOS con nanostrutture in grafene. In poco tempo si potranno così produrre sensori cinque volte più economici. Il prossimo passo sarà l’avvio della collaborazione con l’industria per portare i sensori in grafene nei prodotti commerciali.

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