Social network e privacy: una legge tedesca per tutelare i dipendenti

Il 45% dei datori di lavoro sfrutta le informazioni condivise sui social network durante il processo di selezione dei collaboratori o al fine di controllare l’attività dei propri dipendenti. Il 35% di questi ha inoltre ammesso di aver bocciato una candidatura dopo aver scoperto messaggi offensivi, fotografie dal contenuto inappropriato o abitudini ritenute discutibili delle persone interessate.

Come riporta l’edizione online del settimanale Spiegel, forte di tali cifre, il Bundestag sta per riunirsi al fine di approvare una legge volta a tutelare i cittadini tedeschi, che non potranno più essere licenziati a causa della loro attività su Facebook o altri siti 2.0.

Ovviamente, ciò non impedirà ad addetti al personale e imprenditori di farsi un’idea dei lavoratori attraverso le informazioni circolanti in Rete, ma queste non potranno più rappresentare una prova da utilizzare qualora si manifestasse la necessità di ricorrere a vie legali. Va comunque specificato che la nuova legge non riguarderà piattaforme come LinkedIn, operanti proprio nell’ambito professionale e in grado di garantire la veridicità delle informazioni pubblicate.

Il provvedimento prevede anche che, nel caso in cui per ragioni prettamente legate alla sicurezza si dovessero registrare telefonate o impiegare videocamere di sorveglianza negli ambienti lavorativi, le aziende saranno obbligate a informarne preventivamente il personale.

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