Lo stato della Rete e quel che sarà

Oltre mille partecipanti e 45 speaker da 12 paesi per la quarta edizione di State of the Net. Una fotografia dello stato dell'arte di Internet, e non solo.
Oltre mille partecipanti e 45 speaker da 12 paesi per la quarta edizione di State of the Net. Una fotografia dello stato dell'arte di Internet, e non solo.

Internet come accessibilità, come interoperabilità, come condivisione. Luogo che può essere tanto visibile quanto oscuro, tanto necessario quanto pericoloso. Lo State of the Net edizione 2014 è stato nel segno delle contraddizioni, ma è restato un certo ottimismo di fondo. La fotografia della Rete è venuta un po’ mossa, ed è un bene.

La conferenza di Trieste ha ospitato oltre mille partecipanti, arrivati da tutta Italia, dal Regno Unito, Germania, Norvegia, Slovenia, Austria, Croazia, Serbia, Romania, Russia, India e Sud Africa, 45 speaker da Europa, Stati Uniti e Australia hanno fotografato lo stato dell’arte della rete e messo al centro le dinamiche future della conoscenza, dello spazio e della mobilità, dei diritti, della sanità, della comunicazione e delle passioni, attivando per tre giorni conversazioni sui social media e diventando trending topic, negli stessi giorni del mondiale di calcio e del clamoroso (ironia della sorte) black out causato dalla Wind-Infostrada.

Per i tre fondatori, Beniamino Pagliaro, Paolo Valdemarin e Sergio Maistrello, un ottimo risultato e un passo avanti anche nello stabilire relazioni internazionali, la premessa della crescita dell’edizione 2015 alla quale già si sta lavorando. Quali sono i punti salienti di questa edizione appena passata e cosa ha lasciato a chi vi ha partecipato? Sicuramente alcuni concetti, piuttosto complessi – e quindi da rivedere nella playlist su YouTube – e indispensabili su come Internet sia l’autentica rivoluzione alla base di tutte le altre tecnologie possibili e immaginabili al suo cospetto. Lo hanno spiegato Euan Semple, Roger Taylor, Adriana Lukas tra gli ospiti stranieri, con la loro competenza sui dati aggregati, la privacy e le risorse per migliorare le vita delle persone. Lo hanno ribadito Gigi Tagliepietra e i suoi ospiti al panel sulla sicurezza ai tempi del Datagate. Il #SOTN14 è stata l’edizione che più ha cercato vie concrete per evitare quello strano senso di girare a vuoto che mai prima si era sentito nell’ambiente della Rete.

Allo State of the Net hanno partecipato molti speaker, da diversi paesi, e tu diversi temi.

Allo State of the Net hanno partecipato molti speaker, da diversi paesi, su diversi temi. Da sinistra a destra a partire dall’alto: Anna Masera, responsabile social media della Camera dei deputati; Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia; Dave Snowden, pioniere dei processi decisionali, ospite di SOTN nelle ultime tre edizioni; Maurizio Costabeber, che ha rivoluzionato la sua azienda con le stampanti 3D; Gigi Tagliapietra, membro dell’Enisa e consulente dell’agenda digitale italiana, a capo dell’associazione italiana per la sicurezza informatica; Anne Write, un genio della robotica, all’età di 26 anni alla NASA, ha realizzato il progetto Body Track per implementare le politiche sanitarie tramite lo sviluppo open source della tecnologia e della condivisione dei database.

Superare l’enpasse credendo nelle persone

Nonostante la forte caratterizzazione tecnica dello State of the Net, alla fine dei tre giorni la morale è che per superare l’enpasse e ritrovare nell’Internet di oggi e di domani una Rete libera, open, partecipativa, insomma una evoluzione positiva, bisogna credere più nelle persone che non nella infrastruttura. I protagonisti di questa manifestazione hanno raccontato come integrare sistemi, proteggere i propri dati, migliorare i servizi alla persona, hanno introdotto novità dirompenti, tali da sollevare resistenze molto forti e stimolare il dibattito legislativo, ma nessuna di queste azioni è nata orfana, priva di padri e madri: sono prima di tutto storie e intuizioni personali. La differenza con molte fasi del passato è che sono condivisibili, che queste storie si perpetuano modificando la realtà stessa nella quale sono nate. Anche grazie a moltiplicatori come lo State of the Net.

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