L’8 agosto 2013 ha fatto il suo debutto nel nostro paese la formula Unlimited della piattaforma Google Play Musica. Una proposta studiata per gli amanti dello streaming musicale, profondamente integrata con l’ecosistema Android, che a fronte di una spesa pari a 9,99 euro al mese mette a disposizione ascolti illimitati su desktop o mobile, upload delle canzoni dal disco fisso, possibilità di salvare i brani per l’ascolto offline, gestione delle playlist e molto altro.
Da allora la redazione di Webnews ha utilizzato il servizio con cadenza quotidiana, testandone a fondo le feature sia in mobilità che di fronte al monitor del computer. In altre parole, si è tra gli abbonati della prima ora, quelli che hanno attivato subito i 30 giorni di prova gratuita e ancora possono beneficiare di uno sconto che porta la tariffa mensile a 7,99 euro. Questo già rappresenta un primo vantaggio rispetto alla concorrenza, che solitamente chiede 9,99 euro per lo stesso periodo. Una differenza non abissale, certo, ma comunque da tenere in considerazione per il lungo periodo.
Google Play Music Unlimited: come funziona
A distanza di un anno dall’esordio è giunto il momento di fare un primo bilancio, per capire quali sono i pro e i contro di Google Play Musica Unlimited, così da poter fornire a chi è indeciso alcuni elementi utili a decidere se sottoscrivere l’abbonamento oppure rivolgersi alle tante alternative disponibili.
Google Play Musica Unlimited: quanto costa (↑)
Occorre anzitutto analizzare uno dei fattori determinanti nella scelta di una piattaforma o di un servizio: il prezzo. La spesa richiesta per l’accesso alla piattaforma Unlimited è perfettamente allineata con quella della concorrenza, ovvero 9,99 euro al mese. Come già detto, chi ha iniziato il periodo di prova gratuita nell’estate 2013 rinnovando poi subito l’accesso mettendo mano al portafogli, può usufruire di uno sconto che porta la tariffa a 7,99 euro. Purtroppo, al momento, non è possibile replicare in alcun modo questa offerta speciale.
Per quanto riguarda il metodo di pagamento, Google Play Musica accetta tutte le carte di credito, anche quelle ricaricabili, che vanno gestite tramite il pannello di Wallet. Non risulta però possibile sostenere la spesa dell’abbonamento tramite le cosiddette gift card, ovvero le carte regalo di Play Store in vendita anche nel nostro paese.
Player desktop (↑)
L’accesso può essere effettuato sia su computer desktop che in mobilità. Nel primo caso basta digitare all’interno del browser l’indirizzo music.google.com per caricare il player. L’interfaccia è ben strutturata, con la schermata principale che mostra gli ultimi album, brani o playlist riprodotti, un pulsante per lanciare rapidamente una radio “Mi sento fortunato”, una casella di ricerca in cui è possibile specificare il nome di un artista, una band, una canzone o un disco e il menu laterale sinistro contenente tutti i link alle varie sezioni.
Utilizzando il servizio quotidianamente, eventualmente anche durante sessioni di lavoro, si lascia il player in background. Play Musica non dispone di un software dedicato da installare per l’ascolto, dunque è necessario eseguirlo all’interno del browser. Il consiglio è quello di optare per un programma come Chrome e, dopo aver caricato la UI, applicare il comando “Blocca scheda” (lo si trova con un semplice click del tasto destro sul mouse), così da non rischiare di chiuderla accidentalmente. Utile anche inserire un link al servizio all’interno del launcher Avvio Applicazioni, che permette di controllare i brani (Play, Pausa, Successivo, Precedente ecc.) tramite un riquadro visualizzato sul desktop e all’interno della barra delle applicazioni di Windows o nel dock di OS X.
Player mobile (↑)
La controparte mobile, disponibile su smartphone e tablet (Android e iOS), svolge lo stesso compito, ma attraverso un layout ottimizzato per i display touchscreen. L’esperienza di utilizzo è buona, così come le prestazioni, nonostante le cose da migliorare non manchino. Talvolta la navigazione tra l’elenco dei brani in coda, quello attualmente in esecuzione e l’intero catalogo disponibile risulta un po’ macchinosa e richiede qualche passaggio di troppo. Fortunatamente bigG ha finora mostrato un impegno costante, aggiornando di continuo l’app con l’introduzione di funzionalità sempre nuove. Di seguito tre screenshot che testimoniano i cambiamenti apportati dall’ultimo update, riguardanti widget e gestione dei download.
In Rete si vocifera di un completo restyling in arrivo nei prossimi mesi, in concomitanza con il debutto di Android “L release”. Sarebbe l’occasione ideale per far compiere a Google Play Musica il salto di qualità che posizionerebbe il servizio un passo avanti rispetto alla concorrenza. Restando in tema mobile, da segnalare anche la profonda integrazione con Chromecast, che permette di effettuare il mirroring dei brani su qualsiasi televisore dotato del dongle HDMI. Non manca nemmeno la possibilità di controllare la riproduzione mediante il piccolo display degli smartwatch basati sulla piattaforma Android Wear. Del tutto assente, invece, il supporto ufficiale per Windows Phone, che di fatto costringe gli utenti ad affidarsi ad applicazioni di terze parti e workaround.
Radio “Mi sento fortunato”
“Mi sento fortunato” è una funzionalità introdotta nell’autunno 2013, utile per generare in pochi secondi una playlist di brani basati sui gusti personali dell’utente e sui suoi ascolti precedenti. Efficace quando non si ha un’idea chiara su cosa si desidera riprodurre: basta un click (o un tap su mobile) ed ecco creata automaticamente una serie di canzoni appartenenti allo stesso genere.
L’algoritmo fa il suo dovere, ma riproponendo troppo spesso gli stessi titoli o autori. Il livello di personalizzazione può inoltre essere migliorato, magari introducendo parametri che tengano in considerazione l’attività svolta durante l’ascolto: allenamento, studio, relax, lavoro ecc. Ad esempio, trovandosi in ufficio e dovendosi concentrare sulla stesura di un testo sarà preferibile avere come sottofondo dei pezzi strumentali, privi della parte cantata, mentre una sessione di attività fisica è la situazione ideale per un po’ di hard rock capace di dare la carica giusta. A questo proposito potrebbe tornare utile l’acquisizione di Songza annunciata da bigG: per chi non ne fosse a conoscenza, il compito della piattaforma è proprio quello di creare playlist basandosi sui diversi umori e stati d’animo.
Il catalogo musicale (↑)
Anche questo aspetto potrebbe essere migliorato. La sezione “Nuove uscite” risulta poco aggiornata, con le novità discografiche introdotte con cadenza talvolta mensile. Non proprio il massimo per un servizio premium, soprattutto se confrontato con quanto offrono le alternative del settore streaming. Google Play Musica è però in grado di rifarsi grazie alla possibilità di caricare fino a 20.000 brani dal proprio disco fisso. Una feature (disponibile anche senza sottoscrivere l’abbonamento Unlimited) particolarmente utile per chi ancora non riesce ad abbandonare il supporto fisico, che dunque dopo aver acquistato un album su CD lo può convertire in formato digitale e inviare ai server della piattaforma. In questo modo il disco sarà accessibile ovunque, grazie al cloud, con l’ascolto che avviene senza alcuna interruzione pubblicitaria.
Il processo di upload, che in passato richiedeva per forza di cose l’utilizzo di un software dedicato, può essere ora effettuato direttamente da browser, con un semplice drag-and-drop. Basta fare click sulla voce “Aggiungi musica” e trascinare i file all’interno della schermata, oppure selezionarli da una cartella del disco fisso per dare il via alla fase di caricamento. Al termine le canzoni diventeranno parte integrante del catalogo musicale a disposizione dell’utente.
Conclusioni
Google Play Musica è un’ottima piattaforma per lo streaming musicale, adatta soprattutto a chi è solito affidarsi ai servizi di bigG e agli utenti in possesso di un dispositivo Android o iOS. Come precedentemente indicato, le pecche non mancano e per arrivare a definirlo come la migliore alternativa del mercato ancora manca il passo in avanti decisivo. I costanti aggiornamenti (soprattutto per quanto riguarda le app) e la recente acquisizione di Songza fanno ben sperare per il futuro. Il consiglio, per i curiosi, è quello di sfruttare i 30 giorni di prova gratuita per valutarne la validità, eliminando eventualmente la sottoscrizione poco prima del rinnovo a pagamento.
Pro
- Ottima interfaccia del player desktop;
- possibilità di caricare fino a 20.000 canzoni;
- integrazione perfetta con Android, Chromecast e Android Wear;
- prezzo dell’abbonamento Unlimited ridotto per chi si è iscritto al lancio;
- modalità offline ben gestita su mobile.
Contro
- Le playlist generate automaticamente risultano spesso ripetitive;
- catalogo delle novità poco aggiornato;
- manca un’applicazione ufficiale per Windows Phone;
- poche feature per gli amanti delle interazioni social.