Sputnik: la Russia sfida Google e Yandex

Sputnik è il nome del motore di ricerca russo che andrà a competere direttamente con Google: il progetto è ambizioso e guidato dall'operatore Rostelecom.
Sputnik è il nome del motore di ricerca russo che andrà a competere direttamente con Google: il progetto è ambizioso e guidato dall'operatore Rostelecom.

Sputnik è il nome scelto dalle istituzioni russe per il motore di ricerca che sarà realizzato in collaborazione con l’operatore telefonico Rostelecom. L’obiettivo è ambizioso: sfidare lo strapotere di Yandex nel paese, che oggi veicola oltre il 60% delle ricerche online, oltre a Google e altre realtà minori come Mail.ru. A riportare la notizia è stato nel fine settimana il quotidiano Vedomosti, pubblicando alcune informazioni sui connotati che assumerà la piattaforma una volta in Rete.

Raggiungibile all’indirizzo www.sputnik.ru (al momento inaccessibile), il servizio permetterà ai cittadini russi di trovare informazioni, link, immagini e risorse sul Web. Potrebbe diventare il punto di riferimento per gli enti governativi, una sorta di “search engine ufficiale” per la Russia. Gli unici dettagli al momento resi noti parlano di un investimento iniziale pari a 20 milioni di dollari, a cui si aggiungerà molto probabilmente altro denaro in corso d’opera. Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, gli analisti hanno già espresso alcune perplessità, soprattutto sul fatto che la realizzazione e la gestione siano state affidate ad un’azienda operante esclusivamente in ambito telefonico.

Secondo alcuni la mancanza di competenze specifiche nel settore potrebbe condurre ad un fallimento. Per questo motivo Rostelecom si è già attivata per assumere sviluppatori con alle spalle un’esperienza in questo ambito, andando a pescare direttamente tra il personale dei concorrenti di Sputnik. Il lancio dovrebbe avvenire nel primo trimestre 2014, con circa la metà dei siti Internet russi già indicizzati all’interno del database.

Altri guardano il progetto con sospetto a causa del coinvolgimento diretto delle istituzioni governative, le stesse che nel 2012 hanno introdotto una sorta di blacklist per il blocco di pagine e portali ritenuti illegali. La motivazione ufficiale che ha spinto ad una scelta di questo tipo è quella di combattere la pedopornografia, ma in molti hanno considerato la mossa come un modo per esercitare una forte censura sui contenuti online. La Russia rappresenta il paese con il maggior numero di utenti in tutta Europa, dunque qualsiasi decisione o iniziativa presa dai suoi rappresentanti può risultare decisiva per i delicati equilibri che oggigiorno regolano il mondo online.

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