Ubuntu pensa a Google Chrome

Mark Shuttleworth, creatore di Canonical, parla del futuro di Ubuntu: un futuro in cui Google Chrome potrebbe essere il nuovo browser predefinito.
Mark Shuttleworth, creatore di Canonical, parla del futuro di Ubuntu: un futuro in cui Google Chrome potrebbe essere il nuovo browser predefinito.

Dopo lunghi anni di onorato servizio in qualità di browser predefinito di Ubuntu, Firefox potrebbe lasciar vacante il proprio posto: ad annunciarlo è Mark Shuttleworth, l’imprenditore che ha dato vita al gruppo Canonical sotto cui gravita la distribuzione GNU/Linux sudafricana. Le dichiarazioni di Shuttleworth, tuttavia, non lasciano intendere grossi cambiamenti a breve termine.

Intervistato da Network World, infatti, il giovane imprenditore ha evidenziato come già da qualche tempo il team di sviluppo di Ubuntu stia seguendo con particolare interesse l’evoluzione del browser Google Chrome, pensando ad una sua integrazione nella distribuzione come software per la navigazione Web predefinito. Per adesso tuttavia si è preferito proseguire lungo la strada tradizionale, con Firefox presente sin dalla prima installazione e Chrome disponibile tramite repository.

Nelle prossime edizioni del sistema operativo la situazione potrebbe però mutare: l’interesse verso Chrome è molto forte, al punto da stuzzicare gli ingegneri ad una manovra entro breve tempo. Manovra che trova però nel ciclo di rilascio di Ubuntu un forte ostacolo: la prossima edizione sarà la 11.10, la cui disponibilità è attesa entro fine ottobre, per la quale si è preferito continuare ad avere Firefox; quella successiva sarà la 12.04, il cui rilascio avverrà nel corso del mese di aprile 2012 e, sebbene vi sia tutto il tempo necessario a studiare un programma di transizione verso il browser di Mountain View, tale release sarà caratterizzata dall’essere una versione con supporto a lungo termine, dunque non idonea ad un cambiamento di tale portata.

Tra poco più di un anno gli utenti Ubuntu potrebbero dunque far affidamento su di un nuovo browser, il quale potrebbe rappresentare un raro esempio di un’applicazione crossplatform in grado di lavorare meglio in ambienti operativi Linux che su altre piattaforme: lo sviluppo degli ingegneri Google è stato per lungo tempo mirato ad ottimizzare l’applicazione per far sì che potesse integrarsi al meglio con il kernel Linux, essendo Chrome OS un sistema basato proprio su tale substrato software.

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