UE, approvato l'emendamento Wikileaks

Il Parlamento europeo regolamenta la possibilità di rifiutare il servizio di carta di credito, come accaduto a Wikileaks. Il partito pirata esulta.
Il Parlamento europeo regolamenta la possibilità di rifiutare il servizio di carta di credito, come accaduto a Wikileaks. Il partito pirata esulta.

Il Parlamento europeo ha deciso di regolamentare con una nuova normativa la possibilità di rifiutare i servizi di carta di credito. Mastercard, Visa e Paypal, che controllano un grande flusso di denaro globalizzato attraverso la Rete, sono avvisate: d’ora in avanti non ci dovranno essere più casi Wikileaks, perché senza paletti potrebbe capitare anche a piccole e medie aziende. Il Partito Pirata, in ogni caso, la considera una vittoria personale: è stato proprio il movimento, infatti, ad aver seguito l’iter.

La limitazione al rifiuto di un servizio bancario è materia complessa e molto delicata: da un lato, si deve impedire che eventuali pressioni politiche – come nel caso di Julian Assange, che pagò il Cablegate con i passi indietro di chi aveva permesso tecnicamente il crowdfunding di Wikileaks – distorcano le normali procedure di acquisizione di un contratto commerciale; dall’altro, è ovviamente impossibile immaginare di intervenire nel diritto di un privato di decidere se e quando fornire un servizio ad un cliente ed interrompere il rapporto. Arbitrio contro statalismo: che fare?

Il Partito Pirata ha sottolineato in più occasioni la tentazione “moralistica” e potenzialmente censoria di queste realtà, che sembrano non dover rendere conto a nessuno. Recentemente, in Svezia, alcune banche hanno spento la carta di credito online a società, perfettamente regolari, a causa degli acquisti che vi erano appoggiati, quali film horror e pornografici o sex toys. Salvo poi non cancellarlo ad altre società implicate in business assai più discutibili (come la vendita di software a regimi liberticidi).

Da qui il passaggio del documento di partenza che dovrebbe portare a una norma comunitaria e che può far parlare di una svolta da parte dell’esponente del Partito Pirata:

Il Parlamento europeo ritiene probabile che ci sarà un numero crescente di società europee le cui attività saranno effettivamente dipendenti dalla capacità di accettare i pagamenti con carta, perciò ritiene che sia nell’interesse pubblico definire regole oggettive che descrivano le circostanze e le procedure entro le quali le carte di pagamento possono unilateralmente rifiutare questi pagamenti.

Christian Engström

L’eurodeputato del Partito Pirata, Christian Engström, presenta la sua mozione sulle carte per il pagamento online.

Si tratta soltanto di un concetto generico di un testo di orientamento, ma online già si parla di un «emendamento Wikileaks», una porzione di testo che fa tesoro di alcuni fatti molto spiacevoli per chiunque abbia a cuore la libertà di espressione, anche perché – va ricordato – è stato stabilito successivamente che tale rifiuto non avesse alcun fondamento giuridico. Le società di pagamento online si ritirarono insomma per mere questioni di opportunità politica.

Nel dibattito in aula (qui) sono intervenuti molti deputati, compreso l’italiano Sergio Cofferati, che si è espresso a favore e ha ricordato anche il tema delle commissioni interbancarie, sostenendo la necessità di superarle. Ad oggi esistono differenze molto rilevanti tra paese e paese e in qualche caso questi valori sono particolarmente elevati. Ciò comporta, come primo effetto, una penalizzazione degli utenti e dunque dei consumatori, ma diventa anche un oggettivo impedimento allo sviluppo del mercato.

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