Una denuncia pende su Google Video

Una denuncia pende su Google Video e molte altre su YouTube: Google ammette quanto sta accadendo alla SEC, spiegando che se in tribunale non andasse tutto per il verso giusto il gruppo si troverebbe costretto a dover cambiare i propri progetti
Una denuncia pende su Google Video e molte altre su YouTube: Google ammette quanto sta accadendo alla SEC, spiegando che se in tribunale non andasse tutto per il verso giusto il gruppo si troverebbe costretto a dover cambiare i propri progetti

Google si è vista costretta a notificare alla SEC (Securities and Exchange Commission, l’organismo di controllo della borsa statunitense) il fatto che il proprio servizio Google Video sia stato denunciato. L’accusa di «copyright infringement» coinvolge il gruppo tanto da spingere Google ad un pre-avvertimento: le conseguenze di queste vertenze legali potrebbe avere importanti ripercussioni sul futuro del gruppo.

A scanso di equivoci: Google fa esplicito riferimento a Google Video, dunque la denuncia non è relativa a YouTube per cui sussistono già altri diversi problemi. Google non è entrata nel dettaglio della denuncia, dunque al momento non si conoscono nè l’autore dell’offensiva legale, nè il merito dell’offensiva stessa.

Il monito di Google però è allarmistico: il documento consegnato alla SEC spiega che, se le vertenze in corso non dovessero andare per il verso giusto, il gruppo dovrebbe cambiare modello di business con potenziali perdite a livello di bilancio. Siccome nessun dettaglio viene al momento fornito, rimane l’interesse per il modo in cui la borsa accoglierà in giornata l’annuncio all’apertura delle contrattazioni di Wall Street. Il silenzio di Google sul problema, però, non ha fatto altro che scatenare ulteriori curiosità in merito e le pressioni esterne costringeranno presumibilmente le parti in causa a fornire maggiori dettagli agli azionisti.

Per YouTube, nel frattempo, i problemi arrivano per la seconda volta consecutiva dalla Germania: dopo il Bayern Monaco, infatti, è la GEMA (German Society for Musical Performing and Mechanical Reproduction Rights) a scagliarsi contro il servizio chiedendo un riconoscimento per il materiale protetto utilizzato sul canale oggi di proprietà Google. Trattasi della prima vera denuncia proveniente dal mondo delle major, il che costituisce un rapido avvicinamento ad una battaglia tanto prevista quanto temuta. Nei giorni scorsi Eric Schmidt ha dovuto addirittura smentire l’esistenza di un apposito fondo di bilancio per coprire le ingenti spese legali incombenti.

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