USA: videogame senza divieti per i minori

Una Corte d'Appello federale ha bocciato una discussa legge tesa a vietare la vendita dei videogiochi violenti ai minorenni. Secondo i magistrati, tale provvedimento sarebbe incostituzionale e ignorerebbe il ruolo di controllo fondamentale dei genitori
Una Corte d'Appello federale ha bocciato una discussa legge tesa a vietare la vendita dei videogiochi violenti ai minorenni. Secondo i magistrati, tale provvedimento sarebbe incostituzionale e ignorerebbe il ruolo di controllo fondamentale dei genitori

Nessun divieto ai minorenni sarà imposto per l’acquisto di alcune tipologie di videogiochi. A stabilirlo è stata una Corte d’Appello federale della California, che ha da poco bocciato una legge tesa a limitare l’acquisto e il noleggio di videogiochi particolarmente violenti ai minori. Una decisione destinata a far discutere e che potrebbe ora spingere i sostenitori della norma a impugnare il pronunciamento dei magistrati.

La legge sulla vendita dei videogame, risalente al 2005, è stata ritenuta incostituzionale dalla Corte d’appello poiché in contrasto con i principi espressi dal quattordicesimo emendamento. L’impianto normativo dichiarato incostituzionale prevedeva il divieto di acquisto di videogiochi violenti per i minori di 18 anni e l’istituzione di un nuovo sistema per etichettare i videogame, rendendone riconoscibili caratteristiche ed eventuali limitazioni legate all’età. La Corte ha ritenuto di bocciare la legge non solo per i profili incostituzionali, ma anche per l’esistenza di numerose opportunità alternative per limitare l’uso dei videogiochi eccessivamente violenti.

Le case produttrici di videogame adottano da tempo un sistema di autoregolamentazione, offrendo ai consumatori chiare indicazioni sull’età minima consigliata per un determinato videogioco. Inoltre, secondo la Corte, le principali forme di controllo dovrebbero partire dai genitori stessi, chiamati a verificare – in totale autonomia e senza vincoli particolari dettati dalla legge – l’idoneità dei videogiochi per l’età dei loro figli.

Per approvare la legge del 2005, le autorità della California si erano principalmente basate su alcuni studi che evidenziavano come videogiochi violenti potessero portare a comportamenti antisociali, violenza e aggressività da parte degli utenti più giovani. Nelle motivazioni fornite dalla Corte, i magistrati che si sono occupati del caso hanno respinto tale ipotesi, dimostrando come fino ad ora nessuno studio abbia dimostrato in maniera incontrovertibile un legame tra l’utlizzo di videogiochi violenti da parte dei minori e danni psicologici e neurologici.

A pochi giorni dalla sua entrata in vigore nel corso del 2005, la legge era già stata bloccata da una Corte distrettuale in seguito ai rilievi di incostituzionalità sollevati in una causa legale dai principali produttori di videogiochi. Il nuovo pronunciamento sembra porre fine all’annoso problema legato al discusso quadro normativo per i videogiochi, ma l’iter nella aule di tribunale della legge potrebbe non essere terminato. Nel corso degli ultimi giorni, alcuni esponenti politici californiani hanno ventilato l’ipotesi di portare la questione dinanzi la Corte Suprema degli Stati Uniti.

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