Vimeo, acquirenti cercasi

Vimeo è alla ricerca di nuovi investitori interessati a rilevare il 25% della piattaforma e riuscire a competere così con YouTube.
Vimeo è alla ricerca di nuovi investitori interessati a rilevare il 25% della piattaforma e riuscire a competere così con YouTube.

Barry Diller, amministratore delegato di IAC (InterActiveCorp), sta cercando nuovi investitori per cedere il 25% della piattaforma Vimeo, in modo da ottenere una partecipazione di non controllo al 50%, e rilasciare l’ultimo 25% ad un team di gestione.

Vimeo è il servizio di video sharing meglio conosciuto per essere una delle principali alternative a YouTube, grazie soprattutto alla qualità dei suoi contenuti: il sito ha una base di 55 milioni di utenti unici, eppure sembra che questo non basti a IAC. Le statistiche confermano la crescita di Vimeo, nonostante la concorrenza di un servizio dominante come la repository Google, così come i ricavi, che sono cresciuti dell’8%. Tuttavia IAC ha dovuto affrontare anche un aumento delle spese di funzionamento nel 2011. Questo significa che, per quanto Barry Diller abbia confermato il suo interesse per Vimeo, si tratta pur sempre di una piattaforma costosa.

C’è anche un altro aspetto di cui tenere conto, ovvero la difficoltà di tenere il passo con l’evoluzione di YouTube, che ha puntato su contenuti ad alta definizione, un’interfaccia via via più complessa e ovviamente l’integrazione con l’elemento social, rappresentato da Google+.

Secondo alcune fonti vicine a IAC, la vendita di una quota di Vimeo sarebbe una sorpresa: d’altra parte la società non ha fatto molto per migliorare il servizio negli anni. Probabilmente l’arrivo di nuovi capitali e di menti creative potrebbe aiutare la piattaforma a sfornare nuove idee e monetizzare il traffico, sbloccando un valore potenziale ad oggi ancora inespresso.

L’arrivo dell’app per Windows Phone, novità delle ultime ore, potrebbe essere visto in questo senso: allargando il campo d’azione, Vimeo renderà ora più semplice il caricamento di filmati anche da smartphone Microsoft, oltre a puntare a quella percentuale di navigatori che sfrutta i dispositivi mobile per l’intrattenimento.

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