Vittoria legale: Google rispetta i trademark

Si chiude una causa che da 4 anni teneva impegnati gli uffici legali di Mountain View, intenti a dimostrare come AdWords non violasse le leggi statunitensi sullo sfruttamento dei trademark. L'accusa rinuncia alla propria battaglia anche per il futuro
Si chiude una causa che da 4 anni teneva impegnati gli uffici legali di Mountain View, intenti a dimostrare come AdWords non violasse le leggi statunitensi sullo sfruttamento dei trademark. L'accusa rinuncia alla propria battaglia anche per il futuro

Dopo 4 anni di dibattimento si chiude con un nulla di fatto la causa che ha visto Google impegnato a difendere il suo business principale, la rivendita pubblicitaria, dalle accuse di sfruttamento dei marchi registrati. Una chiusura senza vittime che a Mountain View suona come una vittoria.

American Blind & Wallpaper Factory Inc. era la compagnia che si era fatta carico di tutte le lamentele e aveva citato in giudizio Google perchè non digeriva il fatto che nelle ricerche sul suo conto venissero visualizzate pubblicità di marchi rivali, e proprio da loro è venuto il cessate il fuoco. Non solo hanno lasciato cadere le accuse ma hanno anche dichiarato che non prenderanno più le difese di nessuna azienda che volesse citare Google per simili reati, almeno fino a che non ci fossero cambi sostanziali nella policy che la società applica ai suoi Adwords. Ora ognuno pagherà le proprie spese legali.

Si tratta solo dell’ultima di una lunga serie di cause statunitensi riguardanti supposte violazioni ai marchi registrati e al diritto d’autore che Google attuerebbe con i propri servizi. «Lo abbiamo detto dall’inizio che le accuse di American Blind & Wallpaper Factory erano prive di fondamento e che la politica di Google sui marchi registrati è perfettamente ragionevole e legale» sono state le parole rilasciate da Michael Kwun, consigliere di Google per la causa, dopo la notizia del verdetto.

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