Dipendente? No grazie, mi metto in proprio

Capita quotidianamente di vedere, anche qui su Webnews, offerte di lavoro per entrare a far parte di aziende come programmatori, sistemisti, analisti e chi più ne ha più ne metta. Offerte interessanti, certo, ma riferite a lavoratori dipendenti.

Poche volte invece, ci si sofferma sulla volontà di una persona di intraprendere la strada solitaria, divenendo imprenditore e mettendosi quindi in proprio.

Voler aprire un’azienda, in qualsiasi settore lavorativo, rappresenta una scelta importante per la propria vita. Il desiderio di poter gestire in maniera autonoma il proprio lavoro e la consapevolezza di possedere le competenze necessarie, sono i fattori fondamentali che portano una persona a trasformare i propri sogni, le proprie idee, in un progetto.

Di contro, la “solitudine” professionale comporterà maggiori e comprensibili rischi economici, una preparazione professionale ottima e maggiori responsabilità, morali e giuridiche, nei confronti di terzi, clienti e fornitori.

Una volta presa la decisione di partire, l’idea che si ha in mente va sviluppata in maniera consapevole e intelligente. Essa va fatta crescere osservando anche la realtà intorno, valutando le potenzialità del progetto in base allo stile di vita degli altri.

Inutile partire, in sintesi, con l’idea di creare (ipotesi inverosimile ma calzante) aggiornamenti per Windows 95, se la realtà attuale lo vede come un sistema operativo obsoleto.

A proposito, un passo importante è il confronto con gli altri, esperti o meno. Parlare della propria idea ad altre persone, ascoltandone critiche e pensieri, aiuterà certamente a rendersi conto di dove si può arrivare e soprattutto se vale la pena cominciare.

A cosa bisogna stare attenti? Bisogna evitare l’innamoramento per il progetto, che renderebbe ciechi di fronte a difetti e punti di debolezza. Impossibile ignorare poi la propria posizione finanziaria.

Infine un consiglio un po’ paradossale, ma tuttavia vero: evitare di crescere troppo in fretta, di espandersi senza un piano ben preciso. Svilupparsi in maniera esponenziale vuol dire tener conto di molteplici fattori e soprattutto vuol dire sapere di dover attendere una risposta dal mercato, anche a lungo termine.

Allora è ancora rischioso, in tempi di crisi come questi, mollare tutto e partire in maniera autonoma? Se l’idea è buona, il mercato non esiterà a dimostrarsi prodigo.

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