eBook: mitologia e pirateria

Una delle tecnologie che sembra da un po’ sul punto di esplodere è quella degli eBook. Si tratta, come molti sapranno, di versioni digitali dei nostri amati amici di carta. La rete è piena di articoli che parlano del superamento della tecnologia libro, su una possibile coesistenza delle due forme o della supremazia inarrivabile della forma stampata.

La polemica potrebbe servire semplicemente a spronare una moda. In effetti, non è ben chiaro perché, per fruire un testo digitale, sia poi così necessario un eBook reader. Chi ha detto che per funzionare bene il digitale debba imitare l’analogico? Con questo non si sta dicendo che tali realtà non possano essere interessanti: ma si tratta di varianti tecnologiche di qualcosa già in atto. Di fatto, basta fare un salto, ad esempio, su eMule per trovare copie in PDF di molti libri.

Si parlava di “spronare una moda”. Anche gli allarmi in difesa del copyright, sembrano avere questa funzione, anche se, non sempre sono fatti con cattiva coscienza: chi dice che avremo prestissimo un problema con gli eBook scaricati illegalmente, che essi creeranno un problema economico agli scrittori, sta semplicemente ingannando se stesso e gli altri. Ingannando, perché non si capisce come mai si dovrebbe aspettare la diffusione di questa nuova tecnologia. Di fatto, come abbiamo appena detto, da moltissimi anni si trovano su reti P2P testi protetti da copyright.

Chiunque abbia fatto giochi di ruolo, sa con che facilità si possono reperire in rete i costosissimi manuali, comodamente digitalizzati e condivisi da pirati. E che dire di progetti come Libreremo che, polemicamente e illegalmente, portano avanti una campagna per la digitalizzazione pirata di tutti i testi universitari e la loro diffusione tramite eMule? Della quantità di fumetti che il P2P e la rete in genere, mette a disposizione, non serve neanche parlarne.

In questi casi, l’allarme serve a creare un immaginario comune che renda realmente indispensabile l’uso di eBook reader e, contemporaneamente, mediaticamente più urgente una legislazione più severa nei confronti della pirateria. Perché, si sa, le case editrici hanno un appeal maggiore rispetto alle case discografiche. Ma la gente comune, nella società civile, farebbe bene a sapere che certe realtà esistono già e non danneggiano nessuno, pur sfociando spesso, e va detto, al di là del confine della legalità.

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