Assolda un finto killer su Facebook e va in galera

Tenta di assoldare un uomo per uccidere il marito: dieci anni di detenzione. Succede negli Stati Uniti.
Tenta di assoldare un uomo per uccidere il marito: dieci anni di detenzione. Succede negli Stati Uniti.

Negli Stati Uniti si stanno moltiplicando i casi giudiziari di cronaca nera basati sulle relazioni instaurate su Facebook. Ma la storia di Christine Metter e il suo vecchio padre 77enne, Al Zombory, è incredibile. Sono finiti in galera per aver creduto di aver assoldato un killer sul social network per uccidere l’ex marito di lei, anche se era tutto falso.

Insomma, un classico processo alle intenzioni che, a differenza di quanto accaduto in un episodio simile nella cittadina italiana di Crema, ha portato dietro le sbarre i due responsabili pur essendo vittime di un fake.

La donna, infatti, chattando su Facebook con Patrick Sabo, un amico del college, gli aveva spiegato come l’uomo avesse la custodia della figlia maggiore e temesse che le portassero via gli altri figli. Scherzando, l’amico – un ex ranger in pensione – le ha suggerito di risparmiare in spese legali “facendolo fuori”. Alla battuta, però, la donna ha risposto con un forte interesse chiedendo all’amico se poteva aiutarla, promettendo del denaro visto che era l’unica beneficiaria di un’assicurazione sulla vita del marito del valore di 1,5 milioni di dollari.

Qui è scattato il fake dell’amico che, complice la polizia da lui avvisata, ha organizzato un incontro. Il duo si è presentato all’appuntamento e ha offerto 50 mila dollari per l’uccisione dell’ex marito. Ma la manette non sono scattate in questa occasione. È ancora la tecnologia a farla da padrone in questo strano caso, perché l’amico è tornato dai due accompagnato da un finto killer (in realtà un poliziotto) e una fotografia del marito ritoccata al computer in cui si vedeva la sua testa sanguinante a causa di un foro di proiettile. A quel punto, l’ufficiale in incognito, registrata la frase di soddisfazione della donna (trasmessa in questi giorni anche alle radio) ha potuto arrestarla.

La condanna è stata esemplare: dieci anni per lei, nove per il vecchio padre, colpevole di averla accompagnata anche senza un ruolo diretto nel tentato omicidio. Mai commesso, anche se il giudice ha ritenuto che, nonostante fosse una ricostruzione, l’intenzionalità dei due era chiara.

Sui social network possono venirci in mente tante idee strane, possiamo sfogarci, trovare persone che ci invitano a soluzioni drastiche. Ma tra la finzione e la realtà il confine è sempre più sottile.

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