Apple brevetta i SoC

Apple ottiene la registrazione di un brevetto relativo ai SoC elaborati dall'azienda, introdotti per la prima volta con l'A4 di iPhone 4 e iPad.
Apple brevetta i SoC
Apple ottiene la registrazione di un brevetto relativo ai SoC elaborati dall'azienda, introdotti per la prima volta con l'A4 di iPhone 4 e iPad.

Apple ottiene un brevetto relativo all’architettura dei SoC, i processori in uso negli iDevice come iPhone, iPad e iPod Touch. SoC è l’acronimo di System-on-a-Chip, ovvero un processore che racchiude al suo interno tutti gli elementi utili al funzionamento di un dispositivo elettronico, come la RAM o la GPU. Con questa registrazione, Apple si assicura l’esclusività di utilizzo dell’architettura hardware scelta per i suoi chipset dall’A4 in poi, progettati direttamente da Cupertino su base ARM.

Con questo brevetto ovviamente la Mela non vuole inibire l’utilizzo di SoC ad altri produttori, anche perché pre-esistenti all’arrivo di A4 su iPhone 4. Le precedenti generazioni del melafonino, infatti, hanno fatto ricorso a normali chipset ARM. La registrazione protegge l’architettura che Apple ha sviluppato per i propri sistemi che, come si vedrà a breve, prevede un’estensione dei componenti sia in verticale che in orizzontale.

Chiamato “Systems and methods for providing a system-on-a-substrate”, il brevetto 8.334.704 concordato dall’US Trademark & Patent Office è stato presentato nel settembre del 2009, prima dell’effettiva commercializzazione di iPhone 4 e del primo iPad. La registrazione presenta innanzitutto una parte generica, dove si definisce cosa siano i SoC e come questi possano integrare unità di calcolo centrale, memoria RAM, GPU e altre utilità su un singolo microchip. La parte specifica, invece, si focalizza sulla disposizione di questi componenti sul circuito integrato.

Una prima disposizione prevede l’alloggiamento in verticale di tutti i componenti: alla base si trova la memoria, seguita da un circuito stampato che ospita il processore e, a sua volta, un altro strato di memoria. Una seconda, invece, prevede un orientamento orizzontale di questi singoli elementi, con una base di substrato che funge da collegamento per processore, memoria e GPU fra di loro allineati. Infine, vi è la singolare architettura “flex”, che permette di estendere ai lati i collegamenti con componenti minori, superando l’area disponibile del substrato. Se le parole non dovessero risultare sufficientemente esplicative, l’immagine qui riportata leverà ogni dubbio in merito.

SoC Apple

L’Architettura dei SoC Apple.

Proprio l’architettura “flex” ha permesso ad Apple di elaborare il suo processore A6X, attualmente in uso negli iPad di quarta generazione: un SoC potentissimo, dalla grafica molto avanzata, ma dallo spazio ridotto e dai consumi abbattuti al minimo. Con l’architettura “flex”, così come spiega il brevetto, si possono ridurre le grandezze non solo del processore, ma anche del circuito stampato che lo ospita, per ottenere device sempre più sottili e un hardware facilmente adattabile a ogni tipo di design.

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