100.000 siti Web nel mirino dei pirati informatici

Nel giro di pochi giorni, un gruppo di cracker è riuscito a infettare decine di migliaia di siti Web con alcuni malware tesi a sottrarre dati sensibili agli utenti. Nella trappola sono caduti anche alcuni siti ONU, e intanto la Cina trema
Nel giro di pochi giorni, un gruppo di cracker è riuscito a infettare decine di migliaia di siti Web con alcuni malware tesi a sottrarre dati sensibili agli utenti. Nella trappola sono caduti anche alcuni siti ONU, e intanto la Cina trema

Nel corso delle ultime ore numerosi siti Web sono stati oggetto di ripetuti attacchi informatici tesi a diffondere alcuni pericolosi malware. Tra i portali caduti nella trappola dei cracker figurano anche alcuni spazi Web riconducibili alle Nazioni Unite e al governo della Gran Bretagna. L’allarme è stato lanciato dai ricercatori di Websense Security Labs, società specializzata nel monitoraggio dei siti Web commerciali per l’identificazione delle falle di sicurezza.

Stando ai dettagli forniti da Websense, l’attacco sarebbe iniziato già durante la scorsa settimana, fino a raggiungere l’attuale livello di parossismo. I siti Web infetti cercano di installare, all’insaputa degli utenti, alcuni pericolosi malware con l’intento di rubare informazioni personali, password e i dati per l’accesso ai servizi di home banking. Da qui la necessità per i cracker di utilizzare siti e portali molto frequentati e generalmente ritenuti affidabili da parte degli utenti.

Attacchi informatici altamente pervasivi come gli ultimi perpetrati ai danni di numerosi siti web, commerciali e istituzionali, si susseguono ormai con una crescente frequenze dal gennaio scorso. Secondo Dan Hubbard, vicepresidente per le ricerche sulla sicurezza di Websense, il fenomeno rilevato in questi giorni sarebbe comparabile, per entità, agli attacchi svolti dai cracker nel mese di marzo. Le stime parlerebbero, dunque, di circa 100.000 URL infettate con i malware nel giro di pochi giorni. Stando alle analisi dei server di provenienza degli attacchi, i due eventi registrati tra marzo e aprile sarebbero riconducibili al medesimo gruppo di pirati informatici.

Le possibili incursioni da parte dei cracker preoccupano in queste ore anche le autorità cinesi, impegnate nella difficile impresa di consegnare al mondo l’immagine di una Olimpiade serena e formalmente perfetta. Un attacco condotto ai server dell’evento olimpico potrebbe compromettere seriamente i Giochi, che utilizzano le reti non solo per la trasmissione dei dati delle gare, ma anche per la coordinazione dell’immensa macchina organizzativa che soggiace all’evento.

Per non farsi cogliere impreparato, il governo di Pechino ha approntato una vera e propria task force di esperti informatici con il compito di monitorare costantemente i server dei Giochi e rispondere tempestivamente agli eventuali attacchi informatici. L’impresa non sarà semplice: ormai da alcuni anni la Cina è uno dei bacini principali da cui si dipartono le più importanti azioni di pirateria informatica da parte dei cracker. Nelle convulse settimane delle Olimpiadi del prossimo agosto, una stretta e costante vigilanza potrebbe dunque rivelarsi non del tutto sufficiente.

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