1977: Radio Aut, più di un videogioco

Lo sviluppatore italiano Alex Camilleri dedica un browser game alla figura di Peppino Impastato: quando un gioco è funzionale alla memoria.
Lo sviluppatore italiano Alex Camilleri dedica un browser game alla figura di Peppino Impastato: quando un gioco è funzionale alla memoria.

Ci sono giochi che intrattengono e altri che insegnano. 1977: Radio Aut fa entrambe le cose, raccontando in pochi minuti la vita di Peppino Impastato. Un browser game (sul sito ufficiale anche la possibilità di scaricarlo gratuitamente) realizzato dallo sviluppatore italiano Alex Camilleri.

Una storia interattiva pensata per far conoscere anche alle nuove generazioni un uomo che ha donato la propria vita alla battaglia contro le ingiustizie. Nessun comparto grafico di cui parlare, sistema di controllo ridotto al minimo indispensabile: il tasto L per cambiare il linguaggio (italiano o inglese), le frecce direzionali per selezionare gli elementi, la barra spaziatrice per confermare, i pulsanti M e N per saltare da un capitolo all’altro. Il gioco nasce con l’obiettivo dichiarato di mantenere viva la memoria, al pari di quanto fa un libro o un lungometraggio. Così l’autore spiega la natura del progetto.

Dopo aver lasciato Palermo, la mia città natale, ho ben presto capito come fuori dall’Italia si sappia poco dell’antimafia. Il termine “Mafia” viene spesso utilizzato come stereotipo offensivo che getta in cattiva luce tutti gli uomini e le done che hanno perso le loro vite lottando in nome della giustizia, con la speranza di poter vivere in una Sicilia libera dall’oppressione mafiosa.

1977: Radio Aut, il browser game interattivo di Alex Camilleri dedicato alla memoria di Peppino Impastato

1977: Radio Aut, il browser game interattivo di Alex Camilleri dedicato alla memoria di Peppino Impastato

Il titolo fa riferimento alla radio libera e autofinanziata fondata nel 1977 proprio da Impastato. Dal microfono dell’emittente venivano denunciati gli esponenti della mafia locale, senza alcun tipo di filtro né controllo. Una vicenda ben rappresentata anche nel film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, con Luigi Lo Cascio a vestire i panni di Peppino. Un plauso all’iniziativa di Camilleri, che testimonia un potenziale insito nel mezzo videoludico troppo poco spesso portato alla luce.

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