Apple, la mela vuole essere più verde

Apple si difende dalle accuse lanciate dalle associazioni ambientaliste e svela la sua politica di riciclo e di eliminazione delle sostanze tossiche. A parlare è Steve Jobs in una lettera aperta pubblicata sul sito dell'azienda
Apple si difende dalle accuse lanciate dalle associazioni ambientaliste e svela la sua politica di riciclo e di eliminazione delle sostanze tossiche. A parlare è Steve Jobs in una lettera aperta pubblicata sul sito dell'azienda

Steve Jobs, Chief Executive Officer Apple, risponde con una lettera aperta intitolata ‘A greener Apple‘ a tutte le accuse che recentemente sono state portate avanti nei confronti di Apple da parte di alcune associazioni ambientaliste, Greenpeace in primis. Jobs prende atto di come la sua azienda sia stata più volte criticata per non essere leader nella rimozione dei prodotti tossici presenti nei nuovi prodotti e per non riciclare in maniera appropriata o aggressiva il vecchio hardware ma, dopo aver svolto una indagine sulle iniziative intraprese in materia e sui progressi ottenuti, si dice sorpreso di essere venuto a conoscenza di come Apple abbia già adottato soluzioni migliori rispetto alla concorrenza (o la farà presto) in merito alla politica ambientale.

Si tratterebbe quindi semplicemente di un problema di comunicazione: «è chiaro che non sono state comunicate nella maniera più corretta le cose che stiamo facendo», dichiara Jobs. «Non fa parte della politica di Apple sbandierare quello che faremo, cerchiamo di parlare solo delle cose che abbiamo già fatto. Sfortunatamente tale politica ha lasciato all’oscuro i nostri clienti, azionisti e dipendenti per quanto riguarda i piani per diventare più verdi. Questi desiderano che noi siamo leader in tale settore. Quindi da oggi cambieremo politica».

Segue una lunga lista delle azioni che la casa di Cupertino intende intraprendere per rimuovere le sostanze tossiche dai prodotti e per migliorare il riciclo dei vecchi prodotti, senza comunque risparmiare confronti con ditte produttrici concorrenti, giudicate decisamente più verdi da Greenpeace. Si apprende così che Apple ha eliminato i CRT da metà 2006, mentre Dell, Gateway, Hewlett Packard e Lenovo vendono ancora oggi display CRT. I prodotti Apple rispettano le restrizioni imposte dalla direttiva RoHS (Restriction of Hazardous Substances), che limita l’utilizzo di cadmio, cromo esavalente e alcuni ritardanti di fiamma nei prodotti. Altre compagnie note non rispettano tali limitazioni e utilizzano ancora prodotti tossisci. Apple intende eliminare completamente l’utilizzo di arsenico, PVC e BFR entro la fine del 2008 e pensa di ridurre o dismettere l’utilizzo di mercurio passando ai display a retroilluminazione LED. Sul versante delle politiche per il riciclo, Jobs afferma che il programma di riciclaggio opera nei paesi dove vengono venduti l’82% degli iPod e degli iMac; tale valore verrà innalzato al 93% entro la fine dell’anno in corso. Apple ha riciclato 13 milioni di libbre di rifiuti informatici nel 2006 il che che equivarrebbe al 9,5% del peso di tutti i prodotti Apple venduti negli ultimi 7 anni; tale valore dovrebbe salire al 13% nel 2007 e al 20% nel 2008.

Greenpeace, dopo aver pubblicato una “Green Electronics Guide” ed aver classificato Apple all’ultimo posto nella graduatoria, giudicando le sue politiche di riciclo inadeguate e una scarsa attenzione nell’eliminazione dei prodotti nocivi dalle proprie linee di produzione, si congratula con i contenuti del messaggio ma si augura che la mela non diventi verde solo in superficie ma anche all’interno. Il rimprovero principale è rivolto alla politica di riciclaggio: Apple non si è presa alcun impegno per quanto riguarda il recupero dei suoi prodotti esteramente agli Stati Uniti, fattore che porterebbe portare all’accumulo di materiale tossico in molte parti del mondo.

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