IBM investe nella sicurezza del web software

IBM ha palesato l'intenzione di acquistare Watchfire (di cui era ad oggi cliente), una delle poche società sul mercato che si occupa di integrare nel processo di sviluppo di un'applicazione test di sicurezza e di adesione alle norme governative
IBM ha palesato l'intenzione di acquistare Watchfire (di cui era ad oggi cliente), una delle poche società sul mercato che si occupa di integrare nel processo di sviluppo di un'applicazione test di sicurezza e di adesione alle norme governative

È intenzione di IBM acquistare Watchfire, la compagnia che fino ad ora si è occupata di testare la sicurezza delle sue web application al pari di quelle di importanti società come Sun Microsystems, Dell e altri pezzi grossi del mondo finanziario e farmaceutico.

Dopo anni di partnership, dunque, Big Blue ha deciso di incorporare (per una somma ancora non ufficializzata) la Watchfire integrandola nella sua sezione Rational Software con l’obiettivo di aiutare i clienti a testare la sicurezza delle loro web application e la specifica conformità legale. Non solo: la tecnologia Watchfire servirà anche ad implementare il sistema IBM Tivoli per la gestione della sicurezza nell’accesso e nella verifica dell’identità come strumento integrato nel ciclo di sviluppo di un’applicazione.

Watchfire

Le ragioni di IBM per l’acquisizione sono state espresse esplicitamente da Danny Sabbah, general manager della divisione Rational Software a eWeek: «le falle di sicurezza e la mancata adesione ai regolamenti dell’industria e del governo sono una minaccia all’integrità del business e alla fiducia dei clienti. Watchfire è un leader riconosciuto in questo mercato e rafforzerà ancora di più la nostra abilità a mitigare i rischi integrando test di sicurezza e di qualità il prima possibile nel processo di sviluppo di un’applicazione, prima cioè che le vulnerabilità siano alla luce del sole».

È stato un grande anno per la Watchfire in termini di ricavi e ora l’acquisizione in IBM porta a termine il processo. Il suo lavoro, infatti, sta diventando sempre più cruciale in un momento in cui la fiducia dei consumatori è continuamente minata dalla scoperta di falle di sicurezza, un problema che secondo l’FBI costa alle sole aziende statunitensi ben 400 miliardi di dollari l’anno.

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