Blockbuster 2.0 torna 1.0

Blockbuster cesserà di strombazzare in giro il suo servizio Total Access. Non lo metterà da parte, ma non ne farà più l’arma di punta per la lotta online, almeno per adesso. La causa sono principalmente i mancati guadagni. Le azioni di Netflix (il vero rivale sul mercato online) continuano a crescere e quelle di Blockbuster pure ma a ritmi decisamente inferiori.

Quello che sta accadendo è che la prudenza rallenta tutto. Netflix è infatti un servizio destinato a morire, nato già vecchio perchè si basa sul noleggio online di DVD reali che vengono spediti via posta, una cosa onestamente impensabile per il futuro dove palesemente il formato immateriale (i file) sarà l’unico a dominare.
Blockbuster, arrivando tardi online, avrebbe la possibilità di saltare questo passo intermedio avvalendosi dei vantaggi dell’impresa che arriva per seconda e lanciarsi direttamente nella fase dell’immaterialità, cosa che peraltro ha già fatto comprando Movielink, che da tempo si occupa solo di questo. Eppure continua ad intignare nel voler competere su qualsiasi mercato senza lasciare che un po’ di preveggenza abbia la meglio.

Invece che dare tanta risonanza a Total Access (un servizio molto simile a Netflix che in più si appoggiava ai mille capillari punti vendita della catena) poteva spendere le medesime cifre per Movielink, poteva portare avanti il dibattito con le case di produzione per la riduzione dei DRM (sempre che pensino che finchè non si levano i DRM la vendita non ha senso), o poteva inventarsi nuove modalità per i noleggio di file.

Insomma le strade possibili sono palesemente tantissime ma Blockbuster ha voluto seguire l’unica già battuta e la meno innovativa, come risultato si è trovato sconfitto in un terreno fruttuoso solo oggi e il suo piede piantato nel futuro è sempre meno piantato.

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