RedHat lancia Fedora 8

Puntualmente a distanza di sei mesi dalla release precedente, RedHat torna a proporre Fedora giungendo alla versione 8. Da segnalare una particolare attenzione al mondo notebook, OpenJDK, Gnome 2.20, KDE 3.5.8 e server avanzato PulseAudio
Puntualmente a distanza di sei mesi dalla release precedente, RedHat torna a proporre Fedora giungendo alla versione 8. Da segnalare una particolare attenzione al mondo notebook, OpenJDK, Gnome 2.20, KDE 3.5.8 e server avanzato PulseAudio

Senza attendere la luna piena, è stata rilasciata l’ottava versione di Fedora, nome in codice Werewolf (licantropo), la distribuzione Linux sviluppata dalla comunità ma finanziata direttamente da RedHat.

Fedora nacque nel 2003 quando RedHat decise di differenziare le sue distribuzioni: Fedora, gratuita ed aperta a tutti, sviluppata con uno spirito comunitario, e RedHat Enterprise Linux (RHEL) indirizzata all’utenza professionale ed enterprise. RedHat così ha potuto concentrare gli sforzi commerciali verso gli utenti paganti senza scontentare la comunità, e allo stesso tempo si è assicurata la possibilità di collaudare efficacemente le nuove tecnologie prima di inserirle nella sua distribuzione Enterprise.

Come da programma, questa nuova release giunge puntuale a sei mesi dalla precedente e porta con sè le ultimissime novità in fatto di software libero e Linux. Oltre alle più recenti versioni di Gnome (2.20), KDE (3.5.8) e OpenOffice (2.3), in Fedora ha fatto la comparsa un nuovo tema grafico comprensivo di nuovi sfondi. Sempre sul versante grafico, non poteva certo mancare Compiz che non è però abilitato di default: gli sviluppatori non sono stati così coraggiosi come i loro colleghi di Ubuntu e hanno preferito tenersi sul sicuro per evitare eventuali problemi all’avvio dell’interfaccia grafica. Nella prossima versione, tuttavia, il window manager 3D verrà automaticamente attivato durante l’installazione. Più spavalderia è stata dimostrata con l’utilizzo di PulseAudio, un server audio avanzato che permette di specificare volume e bilanciamento per ogni singola applicazione che utilizzi il sonoro.

In Fedora 8 fa capolino anche IcedTea, una versione completamente libera di Java. Nonostante l’introduzione di OpenJDK, ovvero la sua virtual machine di Sun diventata opensource, questa ha ancora dei componenti binari non liberi. IcedTea si basa su OpenJDK, ma ne sostituisce i componenti non opensource con il codice dello GNU Classpath, la JDK sviluppata dal progetto GNU. Inoltre è di pochi giorni fa la notizia dell’accordo tra RedHat e Sun per lavorare ulteriormente su questo fronte e rendere quanto prima la OpenJDK totalmente aperta.

Sempre restando sull’ambito per così dire politico, Fedora 8 introduce un nuovo metodo per la gestione del problema codec. Molti dei media che riproduciamo abitualmente sono dei file di formati proprietari o comunque non liberamente utilizzabili: si va dal WMV di Microsoft al più innocente MP3, senza dimenticare i DVD protetti. Fedora non può distribuire questi codec senza pagare le relative royalties, un problema che impedirebbe la libera copia e il download gratuito della distribuzione. Per questo non appena si cerca di riprodurre un file codificato con un formato non supportato viene avviato Codec Buddy un software che guida l’utente all’acquisto dei Codec necessari, che nella fattispecie sono sviluppati dalla spagnola Fluendo. Questo potrebbe far storcere il naso a chi è abituato ad avere tutto e gratis, ma è una mossa con cui Fedora vuole spingere il più possibile gli utenti all’utilizzo di formati aperti come l’Ogg Vorbis e l’Ogg Theora.

Le novità non finiscono qui. In Fedora sono presenti le prime avvisaglie dello Gnome Online Desktop, nato con l’intento di abbattere le barriere che ancora sussistono tra la scrivania dei nostri computer e il web. Per ora il progetto è ancora acerbo e non è installato automaticamente: per dargli un’occhiata bisogna installare il pacchetto online-desktop che si occupa anche di configurare una sessione alternativa da scegliere al momento del login per dare un’occhiata a questo ambizioso progetto.

Se si parla di Web, non si può non buttare un’occhio sulla sicurezza. In questo campo SELinux la fa da padrone con un corredo di policy pronte da utilizzare, come quelle studiate appositamente per realizzare un Kiosk, cioè una postazione dove l’utente abbia accesso limitato a un ristretto insieme di applicazioni. Inoltre ha visto la luce un nuovo tool grafico per la gestione del firewall, che certo ne semplificherà notevolmente la configurazione. È stata rivista anche la gestione della rete, con un occhio di riguardo alla configurazione dei portatili, di cui è stata anche migliorata la gestione della batteria. Sono stati anche aggiornati la gestione del bluetooth, l’installazione delle stampanti e la gestione e amministrazione remota delle macchine virtuali su XEN e KVM.

Fedora Linux 8 è disponibile in diverse varianti, chiamate spin, ognuna confezionata sulle esigenze di vari tipi di utenti. Si va dai soliti gusti Gnome o KDE, Live o Install, fino alle tre nuove spin in formato DVD Live: Games, Developer e Electronics Lab; pronte per utilizzare subito gli strumenti (o i giochi) che servono senza neanche attendere il tempo dell’installazione. Tutto disponibile per processori x86 a 32 e 64 bit, e per architettura PowerPC.

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