Microsoft pagherà 140 milioni di dollari

E' definitiva la condanna nei confronti di Microsoft per violazione di brevetto. E' fallito il ricorso in appello in cui si cercava di dimostrare l'inconsistenza del brevetto e quindi da Redmond dovranno uscire i milioni richiesti da Z4
E' definitiva la condanna nei confronti di Microsoft per violazione di brevetto. E' fallito il ricorso in appello in cui si cercava di dimostrare l'inconsistenza del brevetto e quindi da Redmond dovranno uscire i milioni richiesti da Z4

Arriva ancora un’altra sconfitta in campo legale per Microsoft. E’ diventata definitiva infatti la condanna a pagare la somma di 140 milioni di dollari alla Z4 Technologies per aver infranto un loro brevetto. Non è dunque bastato l’appello presentato da Redmond per rovesciare la sentenza di primo grado che già la vedeva sconfitta.

La questione ruota tutta intorno ad un software anticopia che Z4 sostiene di aver brevettato prima del primo utilizzo fatto da Microsoft. Si tratta di un programma che prevede l’inserimento di due password o codici di autorizzazione prima di consentire l’uso completo del programma. Microsoft avrebbe utilizzato un simile sistema, per esempio, anche per l’attivazione (o la deattivazione) della sua suite Office.

Da tempo il sistema delle cause legali per violazione di brevetti tecnologici sta causando parecchi problemi alle grandi compagnie informatiche, Microsoft in primis, che sembrano incapaci di gestire le continue richieste di risarcimento (legittime o meno) di chi sostiene di aver inventato tecnologie incorporate nei loro software e di non aver mai ricevuto le royalties che meritava.

Dopo la condanna di primo grado in Aprile, la difesa che i produttori di Windows avevano messo in campo nell’appello prevedeva la dimostrazione che la tecnologia in questione già era stata incorporata in un loro programma con la versione brasiliana di Publisher ’98, ma secondo la corte l’azienda di Redmond ha fallito nel dimostrarne l’anticipo sui tempi e quindi è stata condannata in via definitiva.

Da Redmond vien fatto sapere sapere che, risolta la questione, il problema non avrà assolutamente nessuna ripercussione sulle vendite o sul tipo di distribuzione di programmi come Office.

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