Il limite della pubblicità: creatives are bad

Quante volte su questo e altri blog (ad esempio per l’1 Aprile, in casi di comunicazioni distorte e per il guerrilla marketing) abbiamo parlato di pubblicità fuori dagli schemi? E di quelle che oltrepassano il limite del buon gusto? Oppure di pubblicità che osano troppo pur di scatenare effetti virali? O che sono troppo geniali per essere comprese? A tal punto da venire rifiutate dalle aziende committenti.

Qual è il limite per una pubblicità? Non è semplice definirlo.

La storia della pubblicità è piena di aziende che hanno rifiutato spot troppo forti o troppo originali.

Se l’argomento vi sta a cuore, dal 4 Aprile al 4 Maggio ci sarà una nuova tappa di CREATIVES ARE BAD, la Mostra Nazionale sulla comunicazione rifiutata o censurata.

Dopo Cava de’ Tirreni, Narni e Milano, la mostra nazionale sulla comunicazione rifiutata o censurata sarà al Convento San Michele di Salerno, città che le ha dato i natali nel 2006.

La mostra fu ideata dall’agenzia di comunicazione integrata MTN Company, con la collaborazione di Comunitàzione.it, la più vasta comunità della Comunicazione in Italia. E si tenne per la prima volta nel Luglio del 2006; vide anche un interessante convegno dal titolo “Creatives VS Company – Come ti impressiono il cliente: nuove tattiche di comunicazione e di dialogo” al quale parteciparono esperti di comunicazione, professori, consulenti ma anche chi del web marketing non convenzionale ha fatto il proprio credo (come i fondatori di NinjaMarketing.it).

Vi lascio con una domanda. Mi pare che sul Web si osi un po’ di più. E persino le aziende accettino maggiore creatività. Come mai? È questione di target? O delle caratteristiche stesse del mezzo (incontrollabile, spontaneo, virale, ecc.)?

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