Darwin ports: i programmi Linux su Mac OS

Tutti ci preoccupiamo, quando passiamo da Windows a Mac OS, di avere i programmi che avevamo sul PC ma questi non sono compatibili con il nostro Mac nuovo di zecca; e allora installiamo Parallel, VmWare, e quant’altro, per emulare il vecchio Windows e risolvere i nostri problemi (qualcuno, con i sistemi Intel, fa anche due partizioni e fa convivere i due sistemi sulla stessa macchina).

Ma chi prima di usare Mac usava Linux? Certo, le compatibilità sono meno stringenti per questo tipo di “migrazione”, ma qualche programmino che non trova riscontro su Mac OS c’è sempre.

Ecco allora l’utilità davvero eccezionale di Darwin Ports, un sistema che è in grado di rendere disponibili una grande quantità di programmi Linux sul nostro sistema by Cupertino (attualmente il numero di port disponibili è intorno ai 18298).

Questo progetto è molto simile a Fink di cui si è solo accennato in un vecchio post; insomma, installando Darwin Ports (o Fink) è possibile aprire il terminale, digitare il comando “port” e disporre di tutto il software open source che avevamo in Linux.

Ma vediamo meglio come funziona questo sistema; prima di tutto scaricate e installate il programma dal sito ufficiale darwinport. Una volta installato il programma vi basterà digitare da terminale il comando “port” e il gioco è fatto. Fate una prova: inserite, ad esempio, il comando “search amsn” e avrete la lista dei programmi corrispondenti alla vostra ricerca.

Successivamente, per installare il programma, basterà digitare “install amsn” e il sistema provvederà a scaricare il pacchetto, a risolvere le dipendenze e ad installare il tutto. Se il terminale non è il vostro forte e avete l’impellente desiderio di un’interfaccia grafica non ci sono problemi, vi basterà scaricare Porticus, un’interfaccia grafica per avere le stesse funzionalità di DarwinPorts ma senza dover scrivere nemmeno una parola da terminale.

Insomma, ormai quel vecchio luogo comune della scarsa compatibilità dei programmi con Mac OS è davvero lontano anni luce dalla realtà di oggi in cui, forse, c’è la possibilità di far convivere più programmi su Mac che non su Windows.

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